Amarone della Valpolicella Docg

Documento
Regione

Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare
e delle foreste
DIQPAI
DGPQA – Uff. Pqa 4
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA DENOMINAZIONE DI ORIGINE
CONTROLLATA E GARANTITA DEI VINI
“AMARONE DELLA VALPOLICELLA”
Decisione di approvazione o modifica Pubblicazione
Approvato con DM 24.03.2010 G.U. 84 – 12.04.2010
Sito ufficiale Masaf - Qualità - Vini DOP e
IGP
Modificato con D.M. 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011
Sito ufficiale Masaf - Qualità - Vini DOP e
IGP
Modificato con D.M. 07.03.2014 Sito ufficiale Masaf - Qualità - Vini DOP e
IGP
Modificato con D.M. 02.08.2019 G.U. 190 – 14.08.2019
(modifica ordinaria ai sensi Sito ufficiale Masaf - Qualità - Vini DOP e
art. 17 Reg. UE n. 33/2019) IGP
Sito internet eAmbrosia – Registro delle
indicazioni geografiche dell’Unione europea
in data 19.09.2019
Modificato con D.M. 03.08.2023 G.U. 191 – 17.08.2023
(modifica ordinaria ai sensi Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e
art. 17 Reg. UE n. 33/2019) IGP
Sito internet eAmbrosia – Registro delle
indicazioni geografiche dell’Unione europea
in data 8.11.2023
Articolo 1

  1. La denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”, già
    riconosciuta come tipologia con DPR 21 agosto 1968, è riservata ai vini che rispondono alle
    condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie:
    “Amarone della Valpolicella” designabile anche con i riferimenti “classico” e “Valpantena” e con
    la specificazione “riserva”.
    Articolo 2
  2. I vini della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”
    devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, in ambito aziendale, la seguente
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    composizione ampelografica:
  • Corvina Veronese (Cruina o Corvina) e/o Corvinone dal 45% al 95 %;
  • Rondinella dal 5% al 30%.
    Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino ad un massimo del 25% totale le uve
    provenienti dai vitigni:
  • a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona di cui al
    Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14
    ottobre 2004) e successivi aggiornamenti, nella misura massima del 15%, con un limite massimo
    del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato;
  • classificati autoctoni italiani ai sensi della legge n. 238/2016, articolo 6, a bacca rossa, ammessi
    alla coltivazione per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti
    approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti, per
    il rimanente quantitativo del 10% totale.
    Articolo 3
    (delimitazione zona di produzione delle uve)
  1. La zona di produzione della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della
    Valpolicella” comprende in tutto o in parte i territori dei Comuni di: Marano, Fumane, Negrar, S.
    Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane,
    Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese,
    S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.
    Tale zona è così delimitata: la linea di delimitazione inizia nella parte nord staccandosi dal confine
    occidentale del Comune di Sant'Ambrogio in faccia a monte Rocca sullo strapiombo dell'ansa
    dell'Adige, presso Ceraino. Da qui giunge passando attraverso il bosco a quota 410 mt fino ad
    immettersi sulla carrareccia che arriva alla frazione di Monte. Da qui devia a N-E seguendo Via M.
    Kolbe, segue il confine S-E del foglio 4° Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Il confine
    percorre quindi Via Case Sparse Campopian e passa a nord di Monte Pugna a (quota 740) entrando
    in Comune di Fumane. Raggiunta subito Cà Torre e Stravalle, appartenenti alla frazione di Cavalo,
    sale Monte Castello (quota 676), e raggiunto il Vaio Pangoni, discende con questo fino a Cà
    Pangoni (quota 230). Risale poi per il breve tratto il progno di Fumane fino a incontrare il confine
    comunale di Marano e lo segue fino presso il Molino Gardane. Sale allora leggermente per Cà
    Camporal e Monte Per (quota 630) per discendere poi con la strada che porta a San Rocco fino
    all'ingresso della frazione omonima. Tocca poi la località Tonei e risale fino ad incontrare e poi
    seguire la carrareccia che porta a S. Cristina. Quando questa strada sbocca nella rotabile comunale
    che porta a Prun, incontra il confine comunale di Negrar, abbandona subito il limite comunale e,
    lungo la strada ora nominata, il confine del territorio raggiunge i caseggiati di Pertega. Da qui ha
    inizio il lato orientale del territorio delimitato. Il confine percorre Via A. Aleardi, svolta e risale in
    Via Albarin per poi scendere in via Mendole, Via Proale e raggiungere la strada Mazzano - Fane.
    Con questa strada discende fino a Proale (quota 449) e poi, sinuoso al largo di Mazzano, segue il
    limite SUD del foglio XIII° del Comune di Negrar sez. C e lo segue fino a Via Prael, dove tocca
    Casa Prael (casa di quota 580). Prosegue in Via Palazzina di Villa, tocca la Palazzina (quota 534),
    casa La Conca e percorre Via Colombare di Villa. Sempre discendendo, attraversa il Progno
    Castello, passa ad ovest di Case Antolini tocca Casa sotto Sengia, rasenta Case la Fratta e Siresol,
    raggiunge Bertolini. Da questo punto la delimitazione nord della zona del "Valpolicella" segue la
    linea di quota 500 lungo le pendici montuose della vallata Valpantena, partendo da località Sasso,
    in Comune di Negrar, e con andamento sinuoso passa nelle vicinanze di località Montecchio e
    quindi Volpare e successivamente, dopo aver formato una leggera ansa a nord, passa in prossimità
    di località Righi e Case Vecchie. Si sposta quindi verso il monte Dordera e proseguendo con
    2
    [Digitare qui]
    orientamento nord-ovest passa in prossimità della località Salvalaio e Vigo fino a raggiungere S.
    Benedetto, sulla strada Vigo-Coda. Da S. Benedetto segue il Vaio Selsone fino al progno
    Valpantena, di qui sale lungo il Vaio Sannava, per inserirsi sulla Comunale che porta a Praole e
    Rosaro. Di qui prosegue per i Busoni, per i Vai, Cà Balai ed i Molini raggiungendo Azzago,
    passando per la strada del Cimitero; per la carrareccia che passando a quota 655 tocca Contrada
    Valena e si inoltra nel Vaio Orsaro fino a raggiungere il confine del Comune di Grezzana con
    Verona che percorre fino a Vaio Laraccio; segue la comunale di Pigozzo e la risale fino a Vaio
    Bruscara che segue fino ad incontrare la Comunale Morago -Cancello. Segue la strada comunale di
    S. Vito, tocca la frazione di Moruri e risale la strada fino a inserirsi nel vajo di Tretto che percorre
    fino al progno di Mezzane. Risale questo Progno fino al Vaio dell'Obbligo per toccare C. Valle a
    quota 502; da qui lungo la strada che passa ad ovest di Monte Tormine, tocca la Bettola del Pian,
    prosegue verso Est lungo il confine comunale tra Tregnago e Badia Calavena, fino ad incontrare il
    Progno di Illasi; fino ad incontrare il Progno di Illasi; ridiscende questo Progno per breve tratto
    fino al guado per Cogollo, attraversa la borgata, sale lungo Via Bovi e ripiega verso sud
    immettendosi in Via F. S. Zerbato e giunge alla località Carbonari indi si porta verso sud per la
    località Fonte, Croce del Vento, passa nei pressi di Cà Precastio, prosegue sempre verso sud
    passando ad Est di Vinco e Pandolfi fino a raggiungere l'incrocio dei confini comunali di
    Tregnago, Cazzano di Tramigna ed Illasi; segue quindi il confine nord del Comune di Cazzano fino
    ad incrociare il punto di confine tra i 3 Comuni di Tregnago, Cazzano di Tramigna e S.Giovanni
    Ilarione (dove incontra il confine della zona del Soave). Di qui ridiscende lungo il confine del
    Comune di Cazzano fino a Soraighe; segue la strada che da Soraighe correndo sotto le pendici di
    Monte Bastia, prima verso nord e quindi verso Est passa sotto C. Andriani. Di qui, seguendo la
    strada per Montecchia di Corsara raggiunge per risalirlo brevemente il Rio Albo. Raggiunta la
    strada proveniente da Tolotti, devia verso sud per la quota 300 che passando sotto C. Brustoloni
    raggiunge la strada che per quota 326 porta ai Dami e quindi alla quota 400 sul confine comunale
    di Cazzano a sud di Monte Bastia. Ridiscende per detto confine fino all'altezza del Colle C. Beda e
    di poco superatolo prosegue per la strada che si congiunge con la provinciale Cazzano - Soave in
    prossimità della quota 54. Proseguendo verso ovest attraversa la strada provinciale e prosegue
    nella stessa direzione per quella che conduce a Cereolo di Sopra e poco prima di giungervi segue in
    direzione sud-est per la strada che attraversato Cereolo di Sotto, raggiunge il centro abitato di S.
    Vittore. Da S. Vittore segue verso ovest la strada che attraversa Orniano e prosegue per Colognola
    ai Colli costeggiando nell'ultimo tratto l'acquedotto. Da Colognola ai Colli il limite prosegue in
    direzione nord per la strada che costeggia C. Canesella, tocca Ceriani costeggiando anche in questo
    ultimo tratto l'acquedotto quindi lungo la strada in direzione nord, fino all'altezza di C. Brea quindi
    prende la strada verso ovest in direzione di tale località per circa 350 metri e poi la strada verso
    nord per Campidello fino a superare di poco la quota 134 (Cisterna), piega quindi verso ovest per
    la strada che conduce a S. Giustina, supera il centro abitato e giunto al torrente Illasi, supera il
    guado per proseguire poi in direzione ovest per la strada che tocca le località Casotti, Contrasti, e
    150 metri circa prima di giungere a C. Nuova, piega verso nord per la strada che va a incrociare il
    confine comunale di Illasi all'altezza di C. Squarzego. Prosegue quindi per Via Fienile in direzione
    nord per Lione e giunto all'altezza di Fienile piega verso ovest per quella che superato Fienile
    conduce a Turano all'incrocio con il Progno di Mezzane, prosegue verso sud per la strada che
    costeggia Turano, Val di Mezzo, attraversa Boschetto,S. Pietro e raggiunge quota 56. Da quota 56
    (Località Monticelli) segue verso ovest la strada che passa a nord di S. Giacomo e raggiunge quota
    47 il confine del Comune di S. Martino Buon Albergo segue questi verso nord e poco prima di
    giungere alla Tavolera piega verso ovest per Via Palù che seguendo una linea spezzata a sud di
    Fenilone raggiunge a quota 52 la strada che da Marcellise raggiunge S. Martino Buon Albergo e la
    percorre sino all'abitato di quest'ultimo. La delimitazione segue quindi il corso del fiume Fibbio e
    lo risale sino alla località Spinetta. Da detta località segue la strada per Montorio, attraversa il
    centro abitato e prosegue lungo la strada che passa per Olmo e Morin sino al ponte Florio: da qui
    segue la strada per Corte Paroncini e Villa Cometti indi devia per la carrareccia che attraversando
    la strada per S. Felice tocca Cà dell'Olmo e raggiunge la strada della Valpantena che la risale fino a
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    [Digitare qui]
    villa Beatrice; segue poi la carrareccia per Corte Policanta per deviare poi per il sentiero che porta
    a Castel S. Felice. Da Castel S. Felice la delimitazione segue la strada delle Torricelle toccando
    località Villa Ferrari, Torre n° 1, Torre n° 2 e S. Mattia; da qui si inoltra lungo il sentiero per Villa
    Bottica e discende a Valle sino alla strada per Avesa in località S. Martino; prosegue su detta strada
    fino alla località Osteria, imbocca quindi la strada che, passando in vicinanza del Cimitero di
    Avesa, giunge nei pressi della località Villa e prosegue fino al centro di Quinzano; da Quinzano
    segue la strada che porta alla statale 12 fino all'incrocio con la stessa; si inserisce poi sulla statale
    12 fino alla stazione ferroviaria di Parona dove l'abbandona per seguire la ferrovia del Brennero
    sino alla stazione di Domegliara; qui si reinserisce sulla statale n° 12 sino alla località Paganella;
    da detta località segue la carrareccia che porta alle fornaci Tosadori a sud di Volargne, per risalire
    la riva sinistra dell'Adige sino in prossimità della Chiusa di Ceraino congiungendosi al punto
    iniziale di partenza.
  2. La zona di produzione delle uve per la produzione dei vini della denominazione di origine
    controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” designabili con la specificazione geografica
    Valpantena è così delimitata: dal confine nord Occidentale che parte da S. Benedetto segue il già
    descritto confine della zona del Valpolicella fino a quota 655; da qui si diparte verso sud seguendo
    la rotabile che passa per quota 626 e prosegue verso sud per Erbino, risale sulla strada verso la
    località Croce di Romagnano. Indi prosegue per Casette, passa sotto il Monte Gazzo nei pressi
    della quota 458, poi nei pressi di Corte Gualiva, prosegue ad ovest di Monte Cucco sulla strada che
    porta a Villa Marchiori. Da qui si inoltra lungo la carrareccia che supera contrada Maroni e che si
    immette in Via Prove, seguendola in direzione Sud fino a C. Squizza per raggiungere C. Gazzol da
    dove ripiega verso ovest per toccare la località Campagnola: risale poi verso Novaglie e Nesente,
    quindi, ridiscende verso sud ed ovest per toccare C. Maioli, C. Misturin e Poiano per risalire lungo
    la carrareccia verso C. Zorzi. Tocca quindi il confine di zona e risale la carreggiabile per Torre n°
    3, Torre n° 4, Villa Fiandin, Villa Tedeschi, Villa Barbesi; sale lungo Via San Vincenzo e prosegue
    per Via Gaspari che lascia per Via Carbonare.
    Da qui prosegue lungo il sentiero posto sotto quota 469 fino alla località Le Case Vecchie da dove
    si porta sul confine di zona nei pressi della località Casette, sotto il Monte Dorzera e lo segue fino a
    raggiungere la località di partenza S. Benedetto.
  3. La zona di produzione delle uve per la produzione dei vini della denominazione di origine
    controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” designabili con la menzione Classico
    comprende i Comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant'Ambrogio, S. Pietro in Cariano ed è così
    delimitata:
    la parte nord del perimetro si stacca dal confine occidentale del Comune di Sant'Ambrogio in
    faccia a monte Rocca sullo strapiombo dell'ansa dell'Adige, presso Ceraino. Da qui giunge
    passando attraverso il bosco a quota 410 mt fino ad immettersi sulla carrareccia che arriva alla
    frazione di Monte. Da qui devia a N-E seguendo Via M. Kolbe, segue il confine S-E del foglio 4°
    Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Il confine percorre quindi Via Case Sparse Campopian
    e passa a nord di Monte Pugna a (quota 740) entrando in Comune di Fumane. Raggiunta subito Cà
    Torre e Stravalle, appartenenti alla frazione di Cavalo, sale Monte Castello (quota 676), e raggiunto
    il Vaio Pangoni, discende con questo fino a Cà Pangoni (quota 230). Risale poi per il breve tratto
    il progno di Fumane fino a incontrare il confine comunale di Marano e lo segue fino presso il
    Molino Gardane. Sale allora leggermente per Cà Camporal e Monte Per (quota 630) per discendere
    poi con la strada che porta a San Rocco fino all'ingresso della frazione omonima. Tocca poi la
    località Tonei e risale fino ad incontrare e poi seguire la carrareccia che porta a S. Cristina. Quando
    questa strada sbocca nella rotabile comunale che porta a Prun, incontra il confine comunale di
    Negrar, abbandona subito il limite comunale e, lungo la strada ora nominata, il confine del
    territorio raggiunge i caseggiati di Pertega. Da qui ha inizio il lato orientale del territorio
    delimitato. Il confine percorre Via A. Aleardi, svolta e risale in Via Albarin per poi scendere in via
    Mendole, Via Proale e raggiungere la strada Mazzano-Fane. Con questa strada discende fino a
    Proale (quota 499) e poi, sinuoso, al largo di Mazzano, segue il limite SUD del foglio XIII° del
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    [Digitare qui]
    Comune di Negrar sez. C e lo segue fino a Via Prael, dove tocca Casa Prael (casa di quota 580).
    Prosegue in Via Palazzina di Villa, tocca la Palazzina (quota 534), casa La Conca e percorre Via
    Colombare di Villa.
    Sempre discendendo, attraversa il Progno Castello, passa ad ovest di Case Antolini tocca Casa
    sotto Sengia, rasenta Case la Fratta e Siresol, raggiunge Bertolini, Prosperi, Campi di Sopra (q.
  4. e case Campi, fino ad incontrare il confine comunale tra Negrar e Verona presso la Tenda (q.
    426). Segue allora questo confine fin sotto Montericco, tra la quota 250 e quota 251. Da questo
    punto ha inizio il confine sud del territorio del vino "Valpolicella Classico". La linea di
    demarcazione prosegue verso ovest continuando a seguire il confine di Negrar fino presso a casa
    Acquilini; tocca poi C. Fedrigoni, la Chiesa di Arbizzano, Cambroga, casa Albertini, ed il Molino
    raggiungendo in questa località la curva di livello di q. 100 che delimita gran parte del confine sud
    del territorio. Questa quota segna il limite netto il terrazzo fluvio - glaciale ed eocenico e la pianura
    per buona parte irrigua, che degrada verso l'Adige. Seguendo detta curva attraversa il Ghetto e
    raggiunta la ex ferrovia Verona - Garda, la discende per breve tratto fino alla località Stella; di cui
    la linea di demarcazione, proseguendo verso ovest, si immette sulla strada che, attraversando prima
    la comunale Parona - Pedemonte e poi Quar, raggiunge la linea di q. 100 passando per Cà Brusà.
    Sempre per la linea q. 100 prosegue per Cedrara S. Martino Sotto Corrubio, raggiunge ed
    attraversa dopo circa un chilometro il progno di Fumane e raggiunge subito il confine comunale tra
    S. Pietro in Cariano e Pescantina e Sotto Ceo. Continua allora con questo confine fino a Prognetta
    Lena (sopra Cà Cerè) ed in seguito con confine tra Pescantina e S.Ambrogio, toccando Cà Sotto
    Ceo, fino a raggiungere la carrareccia che per Vignega di sopra porta sulla strada di Ospedaletto.
    Lasciato il confine comunale prosegue fino alla strada di S. Ambrogio-Ospedaletto. Da questo
    punto il nostro limite abbandona q. 100, poiché il terrazzo bruscamente si eleva, ma continua
    sempre a correre sull'orlo superiore in esso: circuisce Montindon seguendo la linea di quota 125,
    attraversa la ferrovia sotto S. Ambrogio, sfiora Cà de Picetto, aggira la valle con l'elevato dosso
    cretaceo soprastante le due stazioni di Domegliara e raggiunge seguendo la linea di quota 150 il
    confine comunale tra S. Ambrogio e Dolcè, a casa Sotto Sengia. In seguito, continua di conserva
    con questo confine fino presso casa Fontana costituendo il lato occidentale del territorio
    dell’"Amarone della Valpolicella”, e chiudendone il perimetro.
    Articolo 4
  5. Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini della
    denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” devono essere
    quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche
    caratteristiche.
  6. Pertanto, sono da escludere, in ogni caso, ai fini della produzione dei vini di cui all’articolo 1, i
    vigneti impiantati in fondovalle su terreni torbosi e/o eccessivamente umidi.
    Le uve destinate a divenire “Amarone della Valpolicella” devono provenire da vigneti che abbiano
    raggiunto almeno il 4° ciclo vegetativo.
  7. I sesti di impianto, le forme di allevamento e di potatura devono essere quelli generalmente usati
    e comunque atti a non modificare le caratteristiche delle uve e dei vini.
  8. Le viti devono essere allevate esclusivamente a spalliera, o a pergola veronese inclinata mono o
    bilaterale.
  9. Per le superfici vitate già iscritte allo schedario viticolo della denominazione di origine
    controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” prima dell’approvazione del disciplinare
    allegato al DM 24 marzo 2010 e allevati a pergola veronese o a pergoletta veronese mono o
    bilaterale è tuttavia consentito di utilizzare la presente denominazione alle condizioni indicate al
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    [Digitare qui]
    comma successivo.
  10. È fatto obbligo, per le pergole veronesi, la tradizionale potatura, a secco ed in verde, che assicuri
    l’apertura della vegetazione nell’interfila e una carica massima di gemme ettaro, definita dalla
    Regione Veneto in relazione alle caratteristiche di ciascuna zona viticola omogenea.
  11. Il numero minimo di ceppi per ettaro, ad esclusione dei vigneti già iscritti allo schedario viticolo
    della denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” prima
    dell’approvazione del disciplinare allegato al DM 24 marzo 2010, non deve essere inferiore a
    3.300, riducibili nel caso di terrazzamenti stretti in zona collinare, previa autorizzazione della
    Regione Veneto.
  12. È vietata ogni pratica di forzatura.
    È consentita l’irrigazione di soccorso.
  13. La Regione Veneto su proposta del Consorzio di Tutela della denominazione, sentite le
    organizzazioni di categoria interessate, con proprio provvedimento può stabilire limiti, temporanei,
    dell’iscrizione dei vigneti allo schedario viticolo ai fini dell’idoneità alla rivendicazione delle uve
    da destinare alla DOCG “Amarone della Valpolicella” La Regione è tenuta a dare comunicazione
    delle disposizioni adottate al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
  14. La resa massima di uva ammessa per la produzione dei vini a denominazione di origine
    controllata e garantita “Amarone della Valpolicella” non deve essere superiore a 12 tonnellate ad
    ettaro di vigneto in coltura specializzata e le uve debbono garantire un titolo alcolometrico
    volumico naturale minimo di 11% vol.
  15. Nelle annate favorevoli, i quantitativi di uva ottenuti da destinare alla produzione dei vini a
    denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”, devono essere
    riportati nei limiti di cui sopra purché la produzione globale non superi del 20% i limiti medesimi,
    fermo restando i limiti resa uva/vino per i quantitativi di cui trattasi.
  16. Fermo restando il limite sopraindicato la resa per ettaro di vigneto in coltura promiscua deve
    essere calcolata rispetto a quella specializzata in rapporto alla effettiva superficie coperta dalla vite.
  17. Per la produzione del vino “Amarone della Valpolicella” si dovrà attuare la cernita delle uve in
    vigneto, secondo gli usi tradizionali mettendo a riposo un quantitativo di uve non superiore al 65%
    della produzione massima ad ettaro prevista al precedente comma 10.
    I rimanenti quantitativi fino al raggiungimento del limite massimo previsto dal comma 10 del
    presente articolo, potranno essere presi in carico per la produzione di vino con la denominazione
    origine controllata “Valpolicella” e “Valpolicella Ripasso”.
    Gli ulteriori quantitativi fino al raggiungimento del limite massimo previsto dal comma 11 del
    presente articolo saranno presi in carico per la produzione di vino con indicazione geografica
    tipica.
  18. La Regione Veneto, in annate climaticamente sfavorevoli, con proprio provvedimento, da
    emanarsi nel periodo immediatamente precedente la vendemmia, stabilisce una resa inferiore di
    uva per ettaro rispetto a quella fissata ai commi 10 e 13, sino al limite reale dell’annata ed in
    riferimento all’area interessata dall’evento climatico. Con lo stesso provvedimento la Regione
    stabilisce gli eventuali superi di resa e la loro destinazione
  19. La Regione Veneto, su proposta del Consorzio di tutela e sentite le organizzazioni di categoria
    interessate, per conseguire l’equilibrio di mercato, può con proprio provvedimento, da emanarsi nel
    periodo immediatamente precedente la vendemmia, nell'ambito della resa massima di uva per
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    [Digitare qui]
    ettaro fissata ai comma 10 e 13, stabilire rese inferiori rivendicabili con la denominazione di
    origine, anche in riferimento alle singole zone di produzione di cui all’articolo 3, comma 1, 2 e 3,
    dandone immediata comunicazione al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle
    foreste.
    Con lo stesso provvedimento la Regione Veneto stabilisce la destinazione dei rimanenti
    quantitativi, fino al raggiungimento del limite massimo previsto dal comma 11 del presente
    articolo.
    Articolo 5
  20. Le operazioni di appassimento delle uve destinate alla produzione del vino “Amarone della
    Valpolicella”, di vinificazione delle uve e di invecchiamento dei vini devono aver luogo
    nell’ambito della zona di produzione delle uve di cui all’art. 3, comma 1.
    Tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che le sole operazioni di
    vinificazione e di invecchiamento siano effettuate in stabilimenti situati all’interno dell’intero
    territorio dei comuni della predetta zona di produzione delle uve, anche se compresi soltanto in
    parte nella citata zona di produzione, limitatamente ai prodotti provenienti dalle uve raccolte nei
    vigneti iscritti allo schedario viticolo di pertinenza di ciascuna ditta singola o associata titolare
    dello stabilimento.
    Inoltre, sono fatte salve le autorizzazioni individuali ministeriali per effettuare le operazioni di
    invecchiamento in stabilimenti situati al di fuori della zona delimitata al precedente capoverso e
    comunque nell’ambito territoriale della provincia di Verona, rilasciate ai sensi del disciplinare
    approvato con il DM 24 marzo 2010.
  21. Per i vini “Amarone della Valpolicella” Classico e “Amarone della Valpolicella” Valpantena le
    operazioni di appassimento delle uve e di vinificazione dei relativi vini devono aver luogo
    nell’ambito delle rispettive zone di produzione delle uve di cui all’articolo 3, commi 2 e 3.
    Tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, le predette operazioni possono essere
    effettuate in stabilimenti situati all'interno della zona di appassimento delle uve, di vinificazione e
    di invecchiamento del vino “Amarone della Valpolicella” di cui al comma 1, primo capoverso,
    limitatamente ai prodotti provenienti dalle uve raccolte nei vigneti iscritti allo schedario viticolo di
    pertinenza di ciascuna ditta singola o associata titolare dello stabilimento. Tali aziende possono
    altresì acquistare e vinificare presso i loro stabilimenti un’ulteriore quantità, fino ad un massimo di
    1/3, di uve della loro produzione effettiva, provenienti da vigneti iscritti alla DOCG Amarone della
    Valpolicella Classico e/o Amarone della Valpolicella Valpantena.
    Le operazioni di invecchiamento dei vini di cui al presente comma possono essere effettuate
    all’interno della zona di cui all’art. 3, comma 1.
    Inoltre, sono fatte salve le autorizzazioni individuali ministeriali per effettuare le operazioni di
    invecchiamento in stabilimenti situati nell’ambito territoriale della provincia di Verona, rilasciate
    ai sensi del disciplinare approvato con il DM 24 marzo 2010.
  22. Conformemente alla pertinente normativa dell’Unione europea, l’imbottigliamento deve aver
    luogo nell’ambito delle zone di appassimento delle uve, di vinificazione e di invecchiamento
    previste per le rispettive tipologie di vino ai commi 1 e 2, al fine di salvaguardare la qualità e la
    reputazione della denominazione e garantire l’origine del prodotto e l’efficacia dei controlli.
    Inoltre, a salvaguardia dei diritti precostituiti dei soggetti che tradizionalmente hanno effettuato
    l’imbottigliamento al di fuori della predetta area di imbottigliamento delimitata, sono previste
    autorizzazioni individuali in conformità alla normativa dell’unione europea e nazionale.
  23. La resa massima delle uve in vino finito non deve essere superiore al 40%.
  24. La Regione Veneto, su richiesta motivata del Consorzio di tutela e sentite le organizzazioni di
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    categoria interessate, con proprio provvedimento da emanarsi ogni anno nel periodo
    immediatamente precedente la vendemmia, può stabilire di ridurre la resa massima delle uve in
    vino finito “Amarone della Valpolicella” rispetto a quella fissata dandone immediatamente
    comunicazione al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
    Qualora la resa superi tale limite ma non superi il 40%, l’eccedenza non ha diritto alla
    denominazione d’origine controllata e garantita.
  25. Le uve dopo l’appassimento devono assicurare un titolo alcolometrico volumico naturale
    minimo di 14% vol.
  26. L’appassimento delle uve deve avvenire in ambienti idonei e può essere condotto con l’ausilio di
    impianti di condizionamento ambientale purché operanti a temperature analoghe a quelle
    riscontrabili nel corso dei processi tradizionali di appassimento escludendo qualsiasi sistema di
    deumidificazione operante con l’ausilio del calore.
  27. Le uve messe ad appassire per ottenere i vini “Amarone della Valpolicella” non possono essere
    vinificate prima del 1° dicembre. Tuttavia qualora si verificassero condizioni climatiche che lo
    rendano necessario la Regione Veneto su richiesta documentata del Consorzio di tutela può
    autorizzare l’inizio delle predette operazioni in data antecedente al 1° dicembre.
  28. Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche locali, leali e costanti atte a
    conferire al vino le sue peculiari caratteristiche.
  29. I vini “Amarone della Valpolicella” prima della immissione al consumo devono essere
    sottoposti ad un periodo di invecchiamento di almeno due anni con decorrenza dal 1° gennaio
    successivo all'annata di produzione delle uve.
    I vini “Amarone della Valpolicella” designati con la specificazione “riserva” devono essere
    sottoposti ad un periodo minimo di invecchiamento di almeno 4 anni a partire dal 1° novembre
    dell’anno della vendemmia.
    Articolo 6
  30. Il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della Valpolicella”, anche
    con i riferimenti “classico” e “Valpantena” e con la specificazione “riserva”, all’atto
    dell’immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
  • colore: rosso carico tendente eventualmente al granato con l’invecchiamento;
  • odore: caratteristico, accentuato;
  • sapore: pieno, vellutato, caldo;
  • titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 14% vol.
  • zuccheri residui massimi totali: 9 g/l in presenza di un titolo alcolometrico effettivo di 14% vol.;
    sono consentiti ulteriori 0,1 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di titolo alcolometrico
    effettivo oltre i 14 % vol. e fino ai 16 % vol., e 0,15 g/l di zuccheri residui per ogni 0,10 % vol. di
    titolo alcolometrico effettivo oltre 16% vol.
  • acidità totale minima: 5,0 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 28,0 g/l e 32,0 g/l nella versione “riserva”.
    Articolo 7
  1. Alla denominazione di origine controllata e garantita dei vini “Amarone della Valpolicella” è
    vietata l'aggiunta di qualsiasi specificazione diversa da quelle previste dal presente disciplinare di
    produzione ivi compresi gli aggettivi, “extra”, “fine”, “scelto” e similari.
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  2. E' tuttavia consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali, marchi
    privati o di consorzi, purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno
    l'acquirente.
  3. Nella designazione dei vini “Amarone della Valpolicella” può essere utilizzata la menzione
    “vigna” a condizione che sia seguita dal corrispondente toponimo, che la relativa superficie sia
    distintamente specificata nello Schedario viticolo veneto e che l’appassimento, la vinificazione e
    l’invecchiamento del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione, seguita dal
    toponimo, venga riportata nella denuncia dell’uva, nella dichiarazione della produzione, nei registri
    e nei documenti di accompagnamento.
  4. Per i vini "Amarone della Valpolicella", con le diverse tipologie, è obbligatorio riportare in
    etichetta e nella documentazione prevista dalla specifica normativa, l'indicazione dell'annata di
    produzione delle uve.
    Articolo 8
  5. Tutti i vini designati con la denominazione di origine controllata e garantita “Amarone della
    Valpolicella” devono essere immessi al consumo in tradizionali bottiglie di vetro aventi capacità
    non superiore a 15 litri, con abbigliamento consono al loro carattere di pregio.
  6. Per la chiusura di dette bottiglie è obbligatorio l’uso del tappo raso bocca. Tuttavia, per le
    bottiglie fino a litri 0,250 è consentito anche l’uso del tappo a vite a vestizione lunga.
    Articolo 9
    Legame con l’ambiente geografico
    a) Specificità della zona geografica
    Fattori naturali
    La zona di produzione della denominazione copre l’intera fascia pedemontana della provincia di
    Verona estendendosi dal lago di Garda fino quasi al confine con la provincia di Vicenza. Anche se
    la zona è costituita da una serie di vallate e di colline che entrano nella pianura disegnando la
    “forma di una mano”, possono individuarsi alcune caratteristiche comuni e proprie della
    Valpolicella dove il clima ed il suolo hanno un ruolo fondamentale. Grazie alla protezione della
    catena montuosa dei Lessini a Nord, alla vicinanza del lago di Garda e all'esposizione a sud dei
    terreni collinari e di fondovalle, il clima in cui cresce la vigna di “Amarone della Valpolicella” è
    complessivamente mite e non troppo piovoso avvicinandosi soprattutto nella bassa collina e nel
    fondovalle a quello "Mediterraneo".
    La piovosità non eccede se non durante l'inverno e la media annua oscilla fra gli 850 ed i 1000 mm.
    I suoli della Valpolicella sono costituiti sia dalla disgregazione di formazioni calcareo-dolomitiche
    che da basalti, che da depositi morenici e fluviali di origine vulcanica e per questo presentano
    aspetti di variabilità, determinando un diverso apporto idrico alla vite nei vari stadi di sviluppo e
    crescita dell'apparato fogliare e poi durante la fase di maturazione dell'uva.
    I terreni a vigneto “Valpolicella” hanno esposizioni diversificate a seconda dell'altitudine a cui
    crescono che può arrivare sino ai 500 s.l.m., ed in base ai versanti collinari che occupano. In
    genere, per godere di una corretta esposizione solare, i vigneti si trovano sulle porzioni meno
    pendenti delle dorsali o sulle porzioni subpianeggianti delle colline più alte, sia ad ovest che ad est
    della zona di produzione, mentre, nella bassa e media collina e nel fondovalle, sono
    prevalentemente rivolti verso sud.
    Fattori umani e storici
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    “Amarone della Valpolicella” vanta una storia antica che inizia nel quarto secolo dopo Cristo.
    Cassiodoro, ministro di Teodorico, re dei Visigoti, in una lettera a dei proprietari terrieri della
    Valpolicella chiedeva di avere per la mensa regale il vino ottenuto con una speciale tecnica
    d'appassimento delle uve, chiamato Acinatico e definito “mosto invernale, freddo sangue delle
    uve”, primo antenato del vino “Amarone della Valpolicella”. Tracce della predilezione per questo
    vino e per le uve che lo producono si ritrova anche nell’Editto di Rotari che stabiliva pene molto
    severe per chi arrecava danno alle viti e multe salate per chi rubava i grappoli. Per gli anni
    successivi al 1000 d.c. non solo vi è traccia di alcuni atti d’acquisto e vendita di vigneti nella zona
    di produzione di “Amarone della Valpolicella”, ma il vino era considerato al pari del denaro per
    pagare i diritti feudali. Nei secoli successivi prosegue la presenza di “Amarone della Valpolicella”
    nei documenti ufficiali e negli scritti degli umanisti. Un estimo del 1503 attesta che la zona di
    produzione di “Amarone della Valpolicella” era una valle ricca e famosa grazie ai suoi vini. Fama
    che è continuata sino all’ epoca illuministica quando Scipione Maffei in un importante testo ha
    proposto la dizione “amaro” per indicare il vino «d’una grazia particolare prodotto in
    Valpolicella». Molti altri scrittori e studiosi si sono interessati a questo vino nei secoli successivi
    per arrivare alle prime analisi organolettiche su questo vino riportate nel bollettino della stazione
    agraria sperimentale di Verona della fine del 1800.
    I primi esemplari di bottiglie di “Amarone” senza etichetta arrivarono solo nei primi anni del
    Novecento per un uso familiare o destinati agli amici. Mentre la prima commercializzazione di una
    bottiglia di “Amarone della Valpolicella” è del 1953. Un decennio dopo, grazie alla delimitazione
    della zona di produzione ed al progresso delle tecniche di produzione e vinificazione del vino
    “Amarone della Valpolicella” nel 1968 si è giunti all’approvazione ufficiale del primo disciplinare
    di produzione e al riconoscimento della DOC. Allo scopo di tutelare l’identità delle diverse
    tipologie inserite nella denominazione “Valpolicella”, “Valpolicella Ripasso”, “Recioto della
    Valpolicella” e “Amarone della Valpolicella”, il 24 marzo 2010 sono stati adottati appositi decreti
    ministeriali con i quali le quattro tipologie sono state rese autonome. Il successo di “Amarone della
    Valpolicella” ha attraversato indenne i secoli, arrivando fino ad oggi come testimoniato
    dall’attenzione che continuano a tributargli giornalisti ed esperti di vino, che ne riconoscono la
    peculiarità inserendolo nelle più importanti guide enologiche come Buoni Vini d’Italia Touring
    Club, Vini d’Italia Gambero Rosso, Veronelli, Luca Maroni, Espresso, Enogea, Wine Enthusiast.
    La particolarità e la complessità di questo vino è dovuta ad un continuo miglioramento della
    tecnica agronomica e di quella vitivinicola operata dai produttori nel corso degli anni.
    Selezionando i sistemi di allevamento delle viti atte a produrre “Amarone della Valpolicella”, si è
    gradualmente passati dalla pergola veronese doppia, detta anche “tendone”, alla pergola semplice e
    alla “pergoletta veronese” che assicurano un incremento qualitativo delle uve grazie al rinnovo
    frequente del tralcio e alla limitazione della produzione sul singolo ceppo. Oggi i vigneti sono per
    la maggior parte allevati a “pergola semplice” e “pergoletta”, e sono condotti con opportune
    operazioni estive di potatura verde, in modo tale da assicurare la discesa dei grappoli dall’apparato
    fogliare fin dalle prime fasi del loro sviluppo, consentendo così il controllo costante della salute e
    del grado di maturazione delle uve. Queste ultime sono raccolte tra la terza decade di settembre e la
    prima settimana d’ottobre, ponendo ogni attenzione a che siano perfettamente sane e giunte a piena
    maturità, di modo che arrivino integre al termine della fase dell’appassimento.
    Le uve sono attentamente selezionate in vigna e dopo la raccolta vengono poste in un unico strato,
    in cassette di legno, di plastica o su graticci di canne di bambù per fare meglio circolare l’aria ed
    impedire che le uve si schiaccino. Successivamente vengono collocate in ampi fruttai ricavati sopra
    le cantine che devono essere perfettamente aerati e in grado di assicurare un’ideale conservazione
    dei grappoli. Le uve devono rimanere nei fruttai 100 o 120 giorni sino a che non perdono almeno la
    metà del loro peso. In questi mesi i grappoli devono essere controllati ogni giorno e girati per
    eliminare tempestivamente eventuali acini non perfetti. In questa fase nelle uve avvengono una
    serie di complesse trasformazioni, dalla diminuzione dell’acidità alla modifica del rapporto tra
    glucosio e fruttosio, che favoriscono la concentrazione dei polifenoli e l’aumento considerevole
    della glicerina e d’altre sostanze come il resveratrolo che rendono “Amarone della Valpolicella”,
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    ottenuto dall’appassimento, un vino completamente diverso da qualsiasi altro. Ultimato
    l’appassimento, dopo un ulteriore, attento controllo, le uve sono sottoposte a pigiatura. Alla
    vinificazione segue un periodo di 2 anni minimo di affinamento di “Amarone della Valpolicella” in
    contenitori di legno. Subito dopo la permanenza in botte, segue l’imbottigliamento ed un ulteriore
    periodo d’affinamento in vetro, nelle cantine di produzione, prima della commercializzazione.
    b) Specificità del prodotto
    Ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni, dove porta a termine
    la fermentazione degli zuccheri. È uno dei vini più longevi fra i grandi vini italiani.
    Ha colore rosso molto intenso con note granate, e profumo che ricorda le frutta passita, il tabacco e
    le spezie, grazie alle muffe nobili createsi nel corso dell’appassimento. Il sapore è fortemente
    fruttato, di spiccata fragranza, asciutto ma di molta morbidezza, con corpo pieno, caldo-
    corroborante e vigoroso; ha personalità forte e può superare i vent’anni di conservazione.
    Per queste sue caratteristiche può accompagnare secondi piatti di carne, selvaggina, formaggi
    stagionati, ma anche essere degustato da solo come vino da meditazione.
    c) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
    Il clima mite e non eccessivamente piovoso, più caldo durante la stagione estivo autunnale,
    determina una maturazione abbastanza regolare dell'uvaggio, con buone gradazioni zuccherine e
    componenti fenoliche. Questo regala al vino “Amarone della Valpolicella” di fondovalle
    un’alcolicità contenuta, a favore di un equilibrato quadro olfattivo caratterizzato da note floreali ed
    una colorazione delicata.
    La bassa e media collina che non supera i 300 slm ed è caratterizzata da suoli sabbioso-ghiaiosi ed
    argillosi fornisce uve con una buona dotazione zuccherina con un quadro acidico nella media ed
    una elevata dotazione di acido Malico. “Amarone della Valpolicella” ha generalmente un tenore
    alcolico non eccessivo ed un buon livello degli antociani. Anche i profili sensoriali risultano essere
    complessi e molto caratterizzati.
    Tale tipologia di suoli e buone esposizioni dei vigneti in declivio permettono di ottenere un
    “Amarone della Valpolicella” molto equilibrato sia per la maturità tecnologica che per quella
    fenolica. Il quadro polifenolico evidenzia un profilo sensoriale ampio ed armonico soprattutto per
    la componente autoctona "Rondinella".
    I suoli calcarei delle aree facenti parte delle porzioni meridionali ed apicali delle dorsali offrono
    ottimi decorsi maturativi delle uve per “Amarone della Valpolicella” che fanno registrare un buon
    accumulo zuccherino, una buona degradazione acidica ed accumuli elevati di antociani e polifenoli
    con una buona maturità cellulare. La gradazione alcolica del vino “Amarone della Valpolicella”
    risulta nella media, con un elevati valori di estratto secco, di antociani totali e di polifenoli totali.
    Sotto il profilo gustativo “Amarone della Valpolicella” ha interessanti note fruttate e floreali.
    I calcari marnosi (Biancone e Scaglia) delle pendici più alte della zona di produzione del vino
    “Amarone della Valpolicella”, danno ottimi accumuli zuccherini sia come valori prevendemmiali
    che alla raccolta. Questa elevata vocazionalità alla produzione di “Amarone della Valpolicella” è
    confermata dagli andamenti dell’acidità e della maturità fenolica. Infatti, sia le uve che il vino
    “Amarone della Valpolicella” sono molto colorati e con elevati valori di polifenoli totali. Buono il
    grado dei tannini estraibili dai vinaccioli e quello di maturità della buccia. A livello sensoriale si
    percepiscono note floreali intense e sentori di frutta rossa.
    Articolo 10
    Riferimenti alla struttura di controllo
    Organismo di Controllo: Siquria spa, Via Mattielli 11 Soave Verona 37038 (VR) Italy Tel. 045
    4857514 Fax: 045 6190646 e.mail: info@siquria.it.
    La Società Siquria è l’Organismo di controllo autorizzato dal Ministero dell’agricoltura, della
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    sovranità alimentare e delle foreste, ai sensi dell’articolo 64 della legge n.238/2016, che effettua la
    verifica annuale del rispetto delle disposizioni del presente disciplinare, conformemente all’articolo
    19, par. 1, 1° capoverso, lettera a) e c), ed all’articolo 20 del Reg. UE n. 34/2019, per i prodotti
    beneficianti della DOP, mediante una metodologia dei controlli (sistematica ed a campione)
    nell’arco dell’intera filiera produttiva (viticoltura, elaborazione, confezionamento), conformemente
    al citato articolo 19, par. 1, 2° capoverso.
    In particolare, tale verifica è espletata nel rispetto di un predeterminato piano dei controlli,
    approvato dal Ministero, conforme al modello approvato con il DM 2 agosto 2018, pubblicato sulla
    Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana in G.U. n. 253 del 30.10.2018.
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