Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg

Documento
Regione

Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali
DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE COMPETITIVE,
DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE, IPPICHE E DELLA PESCA
DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE E DELL’IPPICA
UFFICIO PQAI IV
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE
CONTROLLATA E GARANTITA
“CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA”
Decisione di approvazione o modifica Pubblicazione
Approvata come tipologia della DOC
“Verdicchio dei Castelli di Jesi”con DM 12.09.1995 G.U. 231 - 03.10.1995
Approvato con DM 18.02.2010 G.U. 50 - 02.03.2010
Modificato con DM 26.07.2011 G.U. 195 - 23.08.2011
Modificato con DM 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011
Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Modificato con DM 07.03.2014 Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Articolo 1
Denominazione e vini
La denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» è riservata ai vini
«Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» Classico che rispondono alle
condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.
Articolo 2
Base ampelografica
I vini a denominazione di origine controllata e garantita, di cui all'articolo 1, devono essere ottenuti dalle uve
del vitigno Verdicchio, presente in ambito aziendale, per un minimo dell'85%.
Possono concorrere altri vitigni a bacca bianca, presenti in ambito aziendale, idonei alla coltivazione per la
regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente, per un massimo del 15%.
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Articolo 3
Zona di produzione
La zona di produzione delle uve atte a produrre i vini a denominazione di origine controllata e garantita
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» Classico ricade nelle province di
Ancona e Macerata.
Tale zona è così delimitata: parte dal punto di incontro dei confini comunali di Filottrano - Jesi - Cingoli e
segue, all'immissione del Fosso Umbricara sul Fiume Musone, il fiume stesso sino ad incontrare la località
di Castreccioni. Di qui prende la direttrice Castreccioni - Palazzo per poi percorrere la strada provinciale, che
passa per Palazzo, sino alla località Annunziata, percorre la zona di San Lorenzo sino alla strada di Apiro -
Poggio San Vicino in prossimità di Case Tosti a quota 280. Segue poi questa sino a dove si interseca con il
confine comunale di Poggio San Vicino - Apiro. Segue quindi il confine comunale tra Apiro e Poggio San
Vicino sino al confine comunale di Serra San Quirico (anche confine provinciale) e Poggio San Vicino, sino
al confine comunale di Fabriano, poi il confine comunale tra Fabriano e Serra San Quirico sino al cimitero di
Sant'Elia (nei pressi dell'imbocco della strada per la frazione Grotte) e da questo punto si inserisce sulla
strada Domo - Serra San Quirico che percorre sino all'incrocio con la strada statale n. 76. Segue tale strada
statale sino a Borgo Stazione di Serra San Quirico, passa poi attraverso le località Trivio, Vado, Colle di
Corte, Montefortino, Palazzo e Montefiore, seguendo la strada che porta prima ad Arcevia ed indi a
Castelleone di Suasa e poi in prossimità della fattoria Ruspoli, incontra il confine provinciale Ancona -
Pesaro. Percorre tale confine sino al confine comunale tra Corinaldo e Monterado. Segue il confine
comunale di Corinaldo con i comuni di Monterado, Castelcolonna, Ripe ed Ostra per poi immettersi al suo
incontro, sulla strada che passa San Gregorio, Pianello e Santa Maria Apparve e raggiunge Ostra. Percorre la
strada da Ostra per Massa sino al Torrente Tripozio, che segue sino al confine comunale tra Senigallia e
Morro d'Alba. Prosegue quindi lungo i confini comunali tra Senigallia e Morro d'Alba e quindi Morro d'Alba
e Monte San Vito, Monte San Vito - San Marcello, San Marcello - Monsano e San Marcello e Jesi. Prosegue
ancora lungo il confine comunale tra Jesi ed i comuni di Maiolati Spontini, Castelbellino, Monteroberto, San
Paolo di Jesi, Stàffolo e Cingoli sino a ricongiungersi al fiume Musone.
L'uso della menzione "Classico" e' riservata al vino ottenuto dalle uve raccolte nella zona originaria piu'
antica.
Tale zona è costituita da quella delimitata dal presente articolo con l'esclusione dei territori posti alla sinistra
del Fiume Misa e dei territori appartenenti ai comuni di Ostra e di Senigallia in provincia di Ancona.
Articolo 4
Norme per la viticoltura
Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione del vino a denominazione di
origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva»
Classico devono essere quelle tradizionali della zona o, comunque, atte a conferire alle uve ed ai vini derivati
le specifiche caratteristiche.
I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura, devono essere quelli generalmente usati
o comunque atti a non modificare le caratteristiche delle uve e del vino.
E' vietata la forma di allevamento a pergola detta tendone.
E' consentita l'irrigazione di soccorso.
I vigneti impiantati successivamente all'entrata in vigore del presente disciplinare (nuovi e reimpianti),
dovranno avere una densità di almeno 2.200 ceppi per ettaro.
La resa uva per ettaro del vino a denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio
Riserva» e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» Classico, è di 10 tonnellate per ettaro, a tale limite, anche in
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annate eccezionalmente favorevoli, la resa dovrà essere riportata attraverso una accurata cernita delle uve,
purché la produzione globale del vigneto non superi del 20% il limite massimo.
Qualora tale limite venga superato tutta la produzione perde il diritto alla denominazione di origine
controllata e garantita.
La Regione Marche, su proposta del Consorzio di tutela riconosciuto ai sensi della normativa vigente e
sentite le Organizzazioni di categoria, con proprio decreto, di anno in anno, prima della vendemmia, tenuto
conto delle condizioni ambientali e di coltivazione, può stabilire un limite massimo di produzione per ettaro
inferiore a quello fissato dal presente disciplinare, dandone immediata comunicazione al competente
organismo di controllo.
Le uve destinate alla vinificazione, devono assicurare al vino a denominazione di origine controllata e
garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» Classico i seguenti
titoli alcolometrici volumici naturali minimi:
Vino % Vol.
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva 12,00
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico 12,00
Articolo 5
Norme per la vinificazione
Le operazioni di vinificazione, invecchiamento ed imbottigliamento devono essere effettuate nell'interno dei
comuni il cui territorio rientra, in tutto o in parte, nella zona di produzione delimitata nel precedente art. 3.
Tuttavia, tenuto conto di alcune situazioni tradizionali della zona, è facoltà del Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali, di consentire su motivata richiesta, l'effettuazione delle operazioni di cui
sopra, a quelle aziende che avendo stabilimenti siti nelle province di Ancona e Macerata dimostrino di aver
effettuato tradizionalmente dette operazioni.
E' altresì facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali consentire l'effettuazione delle
operazioni di cui sopra, su motivata richiesta, a quelle Aziende che avendo stabilimenti in linea d'aria entro 2
km dal confine della zona di produzione di cui all'art. 3 ed avendo vigneti iscrivibili all'Albo dei vigneti
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva anche con la specificazione Classico, dimostrino di aver vinificato uve di
pertinenza provenienti dalla zona di cui sopra, per produrre vini a denominazione di origine controllata e
garantita Castelli di Jesi Verdicchio Riserva anche con la specificazione Classico, purché le predette
operazioni siano state effettuate prima dell'entrata in vigore del presente disciplinare di produzione.
Conformemente all’articolo 8 del Reg. CE n. 607/2009, l’imbottigliamento o il condizionamento deve aver
luogo nella predetta zona geografica delimitata per salvaguardare la qualità e la reputazione; inoltre, a
salvaguardia dei diritti precostituiti dei soggetti che tradizionalmente hanno effettuato l’imbottigliamento al
di fuori dell’area di produzione delimitata, sono previste autorizzazioni individuali alle condizioni di cui
all’articolo 10, comma 3 e 4 del decreto legislativo n. 61/2010.
Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche leali e costanti, atte a conferire ai vini le
loro peculiari caratteristiche.
La resa massima dell'uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve essere superiore al 70%.
Qualora superi questo limite, ma non il 75%, l'eccedenza non ha diritto alla denominazione di origine
controllata e garantita; oltre il 75% decade il diritto alla denominazione di origine controllata e garantita per
tutto il prodotto.
E' vietato l'arricchimento. E' ammessa la dolcificazione secondo le norme comunitarie e nazionali.
Il vino prima di essere immesso al consumo deve essere sottoposto ad un periodo d'invecchiamento di
almeno 18 mesi di cui almeno 6 in bottiglia.
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Il periodo d'invecchiamento decorre dal 1° dicembre dell'anno di produzione delle uve.
Articolo 6
Caratteristiche al consumo
I vini a denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» anche con la
specificazione classico, all'atto dell'immissione al consumo, devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
Castelli di Jesi Verdicchio Riserva (anche con la specificazione classico)
colore: giallo paglierino più o meno intenso;
odore: delicato, caratteristico;
sapore: asciutto, armonico con retrogusto gradevolmente amarognolo;
titolo alcolometrico totale minimo: 12.50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/lt;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
In relazione alla eventuale conservazione in recipienti di legno il sapore dei vini può rilevare lieve sentore di
legno.
E' facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali modificare con proprio decreto i limiti
dell'acidità totale e dell'estratto non riduttore minimo.
Articolo 7
Designazione e presentazione
Nell'etichettatura dei vini a denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio
Riserva» e «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» Classico, deve figurare l'annata di produzione delle uve.
Alla denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» e «Castelli di Jesi
Verdicchio Riserva» Classico è vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista dal
presente disciplinare di produzione.
E' tuttavia consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento a: nomi, ragioni sociali, marchi privati che
non abbiano significato laudativo e non idonei a trarre in inganno il consumatore.
E' consentito altresì l'uso delle indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive, riferite a frazioni, aree
definite amministrativamente e toponimi compresi nella zona delimitata nel precedente art. 3 e dalle quali
effettivamente provengono le uve da cui il vino così qualificato è stato ottenuto. (Allegato 1).
E' altresì facoltà del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali modificare, su richiesta della
Regione, sentito il consorzio di tutela riconosciuto ai sensi della normativa vigente.
Articolo 8
Confezionamento
Per i vini a denominazione di origine controllata e garantita «Castelli di Jesi Verdicchio Riserva» e «Castelli
di Jesi Verdicchio Riserva» Classico sono ammessi soltanto recipienti di vetro della capacità fino a litri 3,00.
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Articolo 9
Legame con l’ambiente
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica delimitata per la produzione del Verdicchio DOCG è individuata in parte del bacino
geografico del fiume Esino, nei territori di 22 Comuni della Provincia di Ancona e 2 di Macerata
storicamente Castelli perché gravitanti nella politica e nell’economia di Jesi che nel 1194 ha dato i natali a
Federico II di Svevia.
L’area dista circa Km 20 dal mare e si sviluppa nelle colline poste attorno alla valle Esina che ha in Jesi una
quota di mt 96 s.l.m. fino ai 630 mt di Cingoli.
Le caratteristiche pedoclimatiche di tale territorio sono il prodotto dell’influenza del mare, del sole, delle
brezze, della piovosità e del riparo offerto dalle montagne che superano anche i 2000 mt di quota.
Ciò produce un clima temperato adatto alla coltivazione della vite e delle altre colture mediterranee
Partendo dalle rocce sedimentarie orograficamente le Marche sono distinte in tre fasce longitudinali: fascia
pre-appenninica, fascia appenninica, fascia collinare sub-appenninica che dalla prima arriva al mare.
L’insieme del mesoclima della fascia collinare marchigiana e la pedogenesi hanno creato nella regione una
differenziazione dei suoli nello spazio con predominanza di dorsali calcaree.
Le aree collinari, ove si sviluppa la denominazione, confluenti nel bacino del fiume Esino presentano un alto
contenuto in argille, alta percentuale di carbonato di calcio, scarsa permeabilità, erodibilità, diversa frazione
pelitica e calcarenitica.
Il clima, in sintesi, appartiene all’ambiente fitoclimatico “Alto collinare” caratterizzato da piovosità medie
superiori a 700/800 mm annui e temperature medie inferiori ai 14°C.
I suoli originati nell’area sono alquanto vari e profondi e sottolineano la diversa dinamica dei versanti e l’uso
del suolo, agricolo o naturale.
In detti suoli aumenta l’incidenza di una evidente ridistribuzione del calcare nel profilo.
La parte pianeggiante, di origine alluvionale, presenta suoli con materiali quasi sempre calcarei e pietrosi. Il
profilo manifesta un arricchimento di sostanza organica.
L’altitudine media dei vigneti che si riscontra nell’area delimitata del Verdicchio dei Castelli di Jesi è per il
70% compresa tra mt 80 e 280 s.l.m.. Il più alto vigneto è a quota 750 mt. S.l.m..
La pendenza dei terreni nella stessa area varia da 0 al 70% con una % di presenza dell’85% dei vigneti
compresi tra le classi di pendenza 2 – 35%.
L’esposizione dei vigneti nell’area delimitata raccoglie tutti i quattro punti cardinali comprese le posizioni
intermedie. Tuttavia le esposizioni est –ovest superano in percentuale le esposizioni nord – sud.
Le precipitazioni medie annue sono di 800 mm.
Nel territorio sono frequenti le gelate invernali e primaverili ma non intaccano l’attività vegetativa in quanto
non ancora iniziata.
La temperatura media massima nella valle, raggiunge nei mesi di luglio-agosto i 30°C che consente il
miglior andamento vegetativo della vite.
Fattori umani rilevanti per il legame
Il legame storico tra la vite e l’ambiente geografico nel territorio della Marca Anconetana inizia con l’arrivo
dei monaci benedettini ed a seguire con quelli camaldolesi che reintroducono e diffondono la vite ormai da
secoli tradizionale.
Ai monaci, quindi, nelle Marche si devono il tramandarsi delle tecniche viticolo-enologiche, il
miglioramento del prodotto e, soprattutto, la conservabilità.
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Con il diffondersi del contratto di mezzadria che crea l’appoderamento diffuso e la disponibilità di forza
lavoro, il vino cessa di essere bevanda dei soli ceti agiati e diviene alimento delle classi rurali.
Già ai primi del 1500 lo spagnolo Herrera, professore a Salamanca, descrive le più comuni varietà di viti e la
tecnica di vinificazione in bianco.
Fra i nomi dei vitigni descritti figura il Verdicchio così spiegato “uva bianca che ha il granello picciolo e
traluce più che niuna altra. Queste viti sono migliori in luoghi alti e non umidi, che piani e in luoghi grassi, e
riposati, perciocché ha la scorsa molto sottile e tenera, di che avviene che si marcisce molto presto, et ha il
sarmento così tenero che da per sé per la maggior parte cade tutto e bisogna che al tempo della vendemmia si
raccoglia tutta per terra, e per questa cagione ricerca luogo asciutto e non ventoso, molto alto nei colli. Il
vino di questo vitame è migliore di niuno altro bianco.
Si conserva per lungo tempo, è molto chiaro, odorifero e soave. Ma l’uva di esso per mangiare non vale
molto”.
E ancora, un significativo legame storico conseguente all’Unità d’Italia del 1861, è l’iniziativa relativa alla
istituzione della Commissione Ampelografica Provinciale, promossa dal Prefetto e presieduta dall’enologo
De Blasis, che nel 1871 pubblica i “Primi studi sulle viti della Provincia di Ancona”.
Sono passate in rassegna le diverse realtà climatiche, geomorfologiche dei territori e si descrivono i vitigni
coltivati elencandone caratteri e sinonimie.
Per l’area mandamentale di Jesi viene descritto il Verdicchio (o Verdeccio)
Questo è anche il periodo dei parassiti: oidio(1851), peronospora (1879), fillossera (1890). Il tempo trascorso
per trovare le soluzioni spinse i viticoltori ad eliminare molte varietà clonali presenti nel territorio,
privilegiando vitigni sconosciuti nella storia enologica regionale meno il Verdicchio che risultava il vino più
commercializzato.
Ne è conferma storica ulteriore quanto scrive nel 1905-6 lo studioso Arzelio Felini in Studi Marchigiani “è
oltre un ventennio che i nostri viticoltori, nel tentare di risolvere il problema enologico marchigiano, hanno
abbandonato la moltiplicazione delle caratteristiche varietà dei vitigni nostrani per introdurre del nord e del
sud”
È negli anni ’60 che l’aiuto CEE permette di rinnovare tutta la viticoltura regionale passando dalla coltura
promiscua (filari) alla coltura specializzata (vigneto) con impianti a controspalliera per meglio svolgere le
cure colturali e produrre uve di qualità.
Nella classifica effettuata dal Di Rovasenda (1881) il Verdicchio è dichiarato il vitigno italico più pregiato
tra i vitigni a bacca bianca delle Marche.
Il vino Verdicchio acquisisce notorietà commerciale all’inizio degli anni ’50 quando due produttori
investirono nella costruzione in uno dei “castelli” di una cantina di trasformazione per lavorare le proprie
uve e caratterizzarono il prodotto con una bottiglia tipica: l’anfora etrusca (designer Maiocchi).
Allo sviluppo commerciale ha provveduto un altro industriale farmaceutico che ha acquisito la cantina cui
ha fatto seguito la valorizzazione con la denominazione d’origine che ha consentito l’attuale sviluppo della
DOC.
Il periodo mezzadrile prevedeva la ripartizione delle uve tra proprietario e mezzadro e, di conseguenza, la
vinificazione separata nelle rispettive abitazioni. Tecniche diverse e capacità differenti non permettevano di
ottenere un prodotto di qualità. Questo arriva con il sostegno comunitario agli investimenti sui vigneti, sugli
impianti di vinificazione e sulle strutture commerciali le quali, forti della denominazione, riescono a
raggiungere un notevole sviluppo nel mercato interno e in quello internazionale.
Un cenno va fatto anche all’attività vivaistica.
Nel territorio operavano molti piccoli vivaisti con propri allevamenti di piante madri che hanno consentito di
soddisfare la domanda in barbatelle innestate così che il rinnovo della viticoltura degli anni ’60 non subisse
scompensi ed inquinamenti varietali.
Poi il vivaismo ha assunto forme e valori di dimensione nazionale per cui la domanda è stata soddisfatta in
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disponibilità e sicurezza varietale.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente
attribuibili all'ambiente geografico
Vino che dopo un invecchiamento di 18 mesi di cui sei in bottiglia acquisisce un colore giallo oro con
riflessi verdi, acquisisce un profumo intenso di frutta gialla matura si accompagnano eleganti sentori di
agrumi uniti a note di miele che insieme danno grande complessità e persistenza. Dal Sapore suadente,
morbido ma di grande carattere e potenza, con una sapidità molto prolungata, caldo ed elegante; ripropone
nel suo grande carattere le note fruttate in continua evoluzione.
C) Descrizione dell'interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
La formazione della valle del fiume Esino alquanto larga, pianeggiante fino alla zona pedemontana,
l’orografia collinare, le dolci pendenze ove sono posizionati i vigneti, l’ampia apertura verso il mare,
l’attenuata ventilazione, la pedologia che presenta una tessitura del terreno agrario alquanto ghiaiosa ed il
terreno fino determinano una struttura chimico-fisica dei terreni coltivati particolarmente adatti alla coltura
della vite.
Le migliori uve che riescono a sfruttare la mineralità del terreno agrario sono condizionati dall’altitudine.
Difatti, il vitigno posto tra i 300/500 mt s.l.m. presenta il miglior sviluppo e le migliori performance
qualitative segno che l’esposizione e la ventilazione influiscono sul prodotto uve alquanto
significativamente.
Sicuramente l’uomo-viticoltore ha saputo effettuare queste osservazioni traendone le informazioni
nell’effettuare gli investimenti e nel determinarne la zona di produzione nei Colli Jesini.
Altrettanto specifica osservazione dell’uomo riguarda la potatura che deve essere lunga per contenere un alto
numero di gemme sui tralci in quanto spesso le gemme prossimali ai tralci non germogliano.
Articolo 10
Riferimenti alla struttura di controllo
Nome e indirizzo:
Valoritalia società per la certificazione delle qualità e delle produzioni vitivinicole italiane S.r.l.
Via Piave, 24 – 00187 Roma
La Società Valoritalia è l’Organismo di controllo autorizzato dal Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali, ai sensi dell’articolo 64 della legge n. 238/2016, che effettua la verifica annuale del
rispetto delle disposizioni del presente disciplinare, conformemente all’articolo 19, par. 1, 1° capoverso,
lettera a) e c), ed all’articolo 20 del Reg. UE n. 34/2019, per i prodotti beneficianti della DOP, mediante una
metodologia dei controlli combinata (sistematica ed a campione) nell’arco dell’intera filiera produttiva
(viticoltura, elaborazione, confezionamento), conformemente al citato articolo 19, par. 1, 2° capoverso.
In particolare, tale verifica è espletata nel rispetto di un predeterminato piano dei controlli, approvato dal
Ministero, conforme al modello approvato con il DM 2 agosto 2018, pubblicato nella G.U. n. 253 del
30.10.2018.
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Allegato 1
Menzione geografica Comune
Acquarelle Apiro
Acqualta Staffolo
Ammorto Serra San Quirico
Bachero Staffolo
Bacucco Montecarotto
Badia Colli Cupramontana
Balciana Poggio San Marcello
Brecciole Cupramontana
Busche Montecarotto
Cardinali Apiro
Carpaneto Cupramontana
Carrozze Castelplanio
Casa Bucci Barbara
Casalini Apiro
Castellaretta Staffolo
Castellaro Serra San Quirico
Cavalline Staffolo
Cerrete San Paolo di Jesi
Cerretine Apiro
Certine Serra San Quirico
Cese Cupramontana
Cesolano Staffolo
Chiesa del Puzzo Maiolati Spontini
Colle Apiro
Colle Leva Serra dè Conti
Colmubino Cupramontana-Maiolati Spontini
Colognola Cingoli
Corinaldese Corinaldo
Coroncino Staffolo
Coste del Molino Poggio San Marcello
Eremiti Cupramontana
Farneto Serra dè Conti
Favete Apiro
Fondiglie Rosora
Fonte Cisterna Montecarotto
Fonte della Carta Cupramontana
Fontegeloni Serra San Quirico
Fornace Apiro
Fosso del Lupo Maiolati Spontini
Frati Bianchi / Eremo dei Frati Bianchi Cupramontana
Le Moie Maiolati Spontini
Loretello Arcevia
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Madonna della Neve Monteroberto
Maestro di Staffolo Staffolo
Magnadorsa Arcevia
Manciano Cupramontana
Massaccio Maiolati Spontini
Montalvello Apiro
Monte Fiore Serra dè Conti
Monte Follonica Cupramontana
Monte Schiavo Maiolati Spontini
Moricozzi Apiro
Novali Castelplanio
Paganello Malcupa Cupramontana
Palazzi Cupramontana
Palombare Serra San Quirico
Piagge Castelplanio
Pian del Colle Cupramontana
Piana Cupramontana
Piandole Montecarotto
Pietrone Cupramontana
Piticchio Arcevia
Poggio - Cupro Cupramontana
Posserra Cupramontana
Pratelli di Rosora Rosora
Ravalle Mergo
Ripa Cupramontana
Romita Cupramontana
S. Caterina Staffolo
S. Fortunato Serra dè Conti
S. Francesco Staffolo
S. Lorenzo Montecarotto
S. Maria d'Arco San Paolo di Jesi
S. Paterniano Serra dè Conti
Salerna Cupramontana
Salmagina Staffolo
San Bartolomeo Cupramontana
San Francesco Apiro
San Giovanni Cupramontana
San Marco di sopra Cupramontana
San Marco di sotto Cupramontana
San Michele Cupramontana
San Nicolò San Paolo di Jesi
San Sebastiano Serra dè Conti
San Sisto Maiolati Spontini
Sasso Serra San Quirico
Scappia San Paolo di Jesi
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Scisciano Maiolati Spontini
Spescia Cupramontana
Stacciano Castelplanio
Taiano Maiolati Spontini
Torre Monte Roberto
Torre San Paolo di Jesi
Torrente Cesola San Paolo di Jesi
Torrente Esinante Serra San Quirico
Tralivio Poggio San Marcello
Valcinage Corinaldo
Vigna Vescovi Staffolo
Villa Bucci Montecarotto
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