Oltrepò Pavese Doc

Documento
Regione

Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali
DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE COMPETITIVE,
DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE, IPPICHE E DELLA PESCA
DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE E DELL’IPPICA
UFFICIO PQAI IV
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE
CONTROLLATA
“OLTREPÒ PAVESE”
Decisione di approvazione o modifica Pubblicazione
Approvato con D.P.R. 6.08.1970 G.U. 273 – 27.10.1970
Modificato con D.P.R. 21.07.1975 G.U. 300 – 13.11.1975
Modificato con D.P.R. 7.09.1977 G.U. 9 – 10.01.1978
Modificato con D.P.R. 22.10.1987 G.U. 87 – 14.04.1988
Modificato con D.M. 1.06.1995 G.U. 141 – 19.06.1995
Modificato con D.M. 27.07.2007 G.U. 182 – 7 .08.2007
Modificato con Comunicato G.U. 199 – 28.08.2007
Modificato con D.M. 8.09.2008 G.U. 226 – 26.09.2008
Modificato con D.M. 3.08.2010 G.U. 192 – 18.08.2010
Modificato con D.M. 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011
Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Modificato con D.M. 7.03.2014 Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Articolo 1
Denominazione e vini
La Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” é riservata ai vini che rispondono alle
condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione per le seguenti tipologie:

  1. Rosso;
  2. Rosso riserva;
  3. Rosato;
  4. Rosato frizzante;
  5. Bianco;
  6. Barbera;
  7. Barbera frizzante;
  8. Barbera riserva;
  9. Riesling;
  10. Riesling frizzante;
  11. Riesling spumante;
  12. Riesling superiore;
  13. Riesling riserva;
  14. Cortese;
    1
  15. Cortese frizzante;
  16. Cortese spumante;
  17. Moscato;
  18. Moscato frizzante;
  19. Moscato spumante;
  20. Moscato passito;
  21. Moscato liquoroso;
  22. Malvasia;
  23. Malvasia frizzante;
  24. Malvasia spumante;
  25. Pinot nero (vinificato in bianco);
  26. Pinot nero (vinificato in bianco) frizzante;
  27. Pinot nero (vinificato in bianco) spumante;
  28. Pinot nero (vinificato in rosato);
  29. Pinot nero (vinificato in rosato) frizzante;
  30. Pinot nero (vinificato in rosato) spumante;
  31. Chardonnay;
  32. Chardonnay frizzante;
  33. Chardonnay spumante;
  34. Sauvignon;
  35. Sauvignon spumante;
  36. Cabernet Sauvignon.
    Articolo 2
    Base ampelografica
    I vini di cui all’art. 1 devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito
    aziendale, la seguente composizione ampelografica:
  37. Rosso;
  38. Rosso riserva;
  39. Rosato;
  40. Rosato frizzante:
  • Barbera: dal 25% al 65%;
  • Croatina: dal 25% al 65%;
  • Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot nero: fino a un massimo del 45%;
  • altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia:
    congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%.
  1. Bianco:
  • Riesling e/o Riesling italico: minimo 60%;
  • Pinot nero o altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella
    Regione Lombardia, fino ad un massimo del 40% ed iscritti nel Registro Nazionale delle
    varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7 maggio 2004 e successivi
    aggiornamenti, riportati nell’allegato 1 del presente disciplinare.
  1. Barbera;
  2. Barbera frizzante;
  3. Barbera riserva:
  • Barbera: dall’85% al 100%;
  • altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia:
    congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%.
  1. Riesling;
  2. Riesling frizzante;
  3. Riesling spumante;
    2
  4. Riesling superiore;
  5. Riesling riserva:
  • Riesling e/o Riesling italico: minimo 85%;
  • Pinot nero, Pinot grigio e Pinot bianco: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un
    massimo del 15%;
  1. Cortese;
  2. Cortese frizzante;
  3. Cortese spumante:
  • Cortese: minimo 85%;
  • Altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione
    Lombardia: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%.
  1. Moscato;
  2. Moscato frizzante;
  3. Moscato spumate;
  4. Moscato passito;
  5. Moscato liquoroso:
  • Moscato bianco: minimo 85%;
  • Malvasia di Candia aromatica: massimo 15%.
  1. Malvasia;
  2. Malvasia frizzante;
  3. Malvasia spumante:
  • Malvasia di Candia aromatica: minimo 85%;
  • altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia: fino a un
    massimo del 15%.
  1. Pinot nero (vinificato in bianco);
  2. Pinot nero (vinificato in bianco) frizzante;
  3. Pinot nero (vinificato in bianco) spumate;
  4. Pinot nero (vinificato in rosato);
  5. Pinot nero (vinificato in rosato) frizzante;
  6. Pinot nero (vinificato in rosato) spumate:
  • Pinot nero: minimo 85%;
  • Pinot grigio, Pinot bianco e Chardonnay: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un
    massimo del 15%;
  1. Chardonnay;
  2. Chardonnay frizzante;
  3. Chardonnay spumante:
  • Chardonnay: minimo 85%;
  • altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione
    Lombardia: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%;
  1. Sauvignon;
  2. Sauvignon spumante:
  • Sauvignon: minimo 85%;
  • altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione
    Lombardia: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%;
  1. Cabernet sauvignon:
  • Cabernet sauvignon: minimo 85%;
  • altri vitigni a bacca rossa, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia:
    congiuntamente o disgiuntamente, fino a un massimo del 15%.
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    Articolo 3
    Zona di produzione delle uve
    La zona di produzione delle uve destinate alla produzione dei vini “Oltrepò Pavese” di cui all’art. 1
    comprende la fascia vitivinicola collinare dell’“Oltrepò Pavese” per gli interi territori dei seguenti
    comuni in provincia di Pavia: Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Bosnasco, Calvignano,
    Canevino, Canneto Pavese, Castana, Cecima, Godiasco, Golferenzo, Lirio, Montalto Pavese,
    Montecalvo Versiggia, Montescano, Montù Beccaria, Mornico Losana, Oliva Gessi, Pietra de’
    Giorgi, Rocca de’ Giorgi, Rocca Susella, Rovescala, Ruino, San Damiano al Colle, Santa Maria
    della Versa, Torrazza Coste, Volpara, Zenevredo e per parte dei territori di questi altri comuni:
    Broni, Casteggio, Cigognola, Codevilla, Corvino San Quirico, Fortunago, Montebello della
    Battaglia, Montesegale, Ponte Nizza, Redavalle, Retorbido, Rivanazzano, Santa Giuletta, Stradella,
    Torricella Verzate.
    Tale zona è così delimitata:
    parte dai km 136+150 della strada statale n. 10, la linea di delimitazione scende verso sud
    seguendo la strada provinciale Bressana-Salice Terme, sino al bivio di Rivanazzano. Qui si devia
    verso ovest lungo la strada che da Rivanazzano porta alla Cascina Spagnola, per piegare a quota
    139 verso sud e raggiungere il confine provinciale e regionale Pavia-Alessandria, che segue fino a
    Serra del Monte. Da questo punto la linea di delimitazione raggiunge Casa Carlucci e prosegue in
    direzione sud, lungo il confine che divide i comuni di Ponte Nizza e Bagnaria fino al torrente
    Staffora, includendo San Ponzo Semola. Di qui la linea di delimitazione segue la statale Voghera-
    Varzi-Penice fino all’abitato di Ponte Nizza, indi devia a est-nord-est seguendo la provinciale di
    fondo valle per Val di Nizza. Prosegue quindi in direzione nord lungo il confine comunale tra
    ponte Nizza, Val di Nizza e Montesegale sino al Rio Albaredo e con esso raggiunge il torrente
    Ardivestra, con il quale si identifica risalendo verso est a raggiungere la Cascina della Signora. Da
    questo punto la linea di delimitazione prosegue in direzione nord seguendo la strada provinciale
    Godiasco-Borgoratto Mormorolo, a incontrare il confine dei comuni Fortunago e Ruino. Prosegue
    sul confine comunale meridionale di Ruino a raggiungere il confine provinciale tra Pavia-Piacenza.
    La delimitazione orientale del comprensorio é costituita dal confine provinciale Pavia-Piacenza
    sino al suo incontro con la strada statale n. 10, per raggiungere la strada provinciale Bressana-
    Salice Terme che incrocia al km 136+150 del comprensorio, punto di partenza della delimitazione.
    Articolo 4
    Norme per la viticoltura
    4.1) Condizioni naturali dell’ambiente
    Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini a
    Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” devono essere quelle tradizionali della
    zona di produzione e, comunque, atte a conferire alle uve e ai vini le specifiche tradizionali
    caratteristiche di qualità.
    I vigneti devono essere posti su terreni di natura calcarea o calcareo-argillosa e su pendici collinari
    ben soleggiate escludendo comunque i fondovalle e i terreni di pianura.
    4.2) Densità di impianto
    Per i nuovi impianti ed i reimpianti la densità dei ceppi per ettaro non può essere inferiore a 4.000,
    per la cultivar Croatina la densità di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 3.200.
    4.3) Sesti d’impianto e forme d’allevamento
    I sesti d’impianto e le forme di allevamento (controspalliera) e i sistemi di potatura devono essere
    quelli di tipo tradizionale e, comunque, i vigneti devono essere governati in modo da non
    modificare le caratteristiche dell’uva, del mosto e del vino. Per i vigneti esistenti alla data di
    pubblicazione del presente disciplinare sono consentite le forme di allevamento già usate nella
    zona, con esclusione delle forme di allevamento espanse.
    4.4) Irrigazione
    É consentita l’irrigazione di soccorso.
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    4.5) Rese ad ettaro e gradazione minima naturale
    Le produzioni massime di uva per ettaro in coltura specializzata dei vigneti destinati alla
    produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” ed i titoli
    alcolometrici volumici naturali minimi devono essere i seguenti:
    Tipologia Resa massima Titolo alc. vol. nat. min.
    (t/ha) (% vol)
  1. Rosso 11,00 11,00
  2. Rosso riserva 11,00 12,00
  3. Rosato 11,00 10,00
  4. Rosato frizzante 11,00 10,00
  5. Bianco 12,00 10,50
  6. Barbera 12,00 11,00
  7. Barbera frizzante 12,00 11,00
  8. Barbera riserva 12,00 12,00
  9. Riesling 12,50 10,50
  10. Riesling frizzante 12,50 10,50
  11. Riesling spumante 12,50 9,50
  12. Riesling superiore 11,00 12,00
  13. Riesling riserva 12,50 12,00
  14. Cortese 11,00 10,00
  15. Cortese frizzante 11,00 10,00
  16. Cortese spumante 11,00 9,00
  17. Moscato 12,50 10,00
  18. Moscato frizzante 12,50 10,00
  19. Moscato spumante 12,50 9,50
  20. Moscato passito 12,50 10,50
  21. Moscato liquoroso 12,50 12,50
  22. Malvasia 11,50 9,50
  23. Malvasia frizzante 11,50 9,50
  24. Malvasia spumante 11,50 9,00
  25. Pinot nero vinificato in bianco 12,00 10,50
  26. Pinot nero vinificato in bianco frizzante 12,00 10,50
  27. Pinot nero vinificato in bianco spumante 12,00 9,50
  28. Pinot nero vinificato in rosato 12,00 10,50
  29. Pinot nero vinificato in rosato frizzante 12,00 10,50
  30. Pinot nero vinificato in rosato spumante 12,00 9,50
  31. Chardonnay 10,00 10,00
  32. Chardonnay frizzante 10,00 10,00
  33. Chardonnay spumante 10,00 9,00
  34. Sauvignon 10,00 10,00
  35. Sauvignon spumante 10,00 9,00
  36. Cabernet Sauvignon 10,50 10,50
    Anche in annate eccezionalmente favorevoli, la resa uva ad ettaro dovrà essere riportata nei limiti
    di cui sopra purché la produzione globale non superi del 20% i limiti medesimi, ferma restando la
    resa uva/vino per i quantitativi di cui trattasi. Oltre detto limite del 20% decade il diritto alla
    Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” per tutta la partita.
    La Regione Lombardia, sentito il parere del Consorzio di Tutela, annualmente, con proprio
    decreto, tenuto conto delle condizioni ambientali di coltivazione, può fissare produzioni massime
    per ettaro inferiori a quelle stabilite dal presente disciplinare di produzione, o limitare, per talune
    zone geografiche, l’utilizzo delle menzioni aggiuntive di cui all’art. 1, dandone immediata
    comunicazione all’organismo di controllo.
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    Articolo 5
    Norme per la vinificazione
    5.1) Zona di vinificazione
    Le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nella zona di produzione delimitata dall’art.
  1. Tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione é consentito che tali operazioni siano
    effettuate nell’intero territorio della provincia di Pavia, nonché nelle frazioni di Vicobarone e Casa
    Bella nel comune di Ziano Piacentino in provincia di Piacenza.
    È consentito, inoltre, che si effettuino nell’intero territorio della Lombardia e del Piemonte le
    operazioni di vinificazione ai fini della spumantizzazione per la produzione dell’ “Oltrepò Pavese”
    delle seguenti tipologie: Moscato, Malvasia, Riesling, Pinot nero, Cortese, Chardonnay, Sauvignon
    e per la produzione di “Oltrepò Pavese” Moscato liquoroso.
    Sono altresì ammesse per l’intero territorio delle Regioni Lombardia e Piemonte le operazioni atte
    all’elaborazione delle tipologie di vini frizzanti previste dal presente disciplinare.
    5.2) Resa massima uva/vino
    Le rese massime dell’uva in vino devono essere le seguenti:
    Tipologia Resa uva/vino
  1. Rosso 70%
  2. Rosso riserva 70%
  3. Rosato 70%
  4. Rosato frizzante 70%
  5. Bianco 70%
  6. Barbera 70%
  7. Barbera frizzante 70%
  8. Barbera riserva 70%
  9. Riesling 70%
  10. Riesling frizzante 70%
  11. Riesling spumante 70%
  12. Riesling superiore 70%
  13. Riesling riserva 70%
  14. Cortese 70%
  15. Cortese frizzante 70%
  16. Cortese spumante 70%
  17. Moscato 70%
  18. Moscato frizzante 70%
  19. Moscato spumante 70%
  20. Moscato passito 45%
  21. Moscato liquoroso 70%
  22. Malvasia 70%
  23. Malvasia frizzante 70%
  24. Malvasia spumante 70%
  25. Pinot nero vinificato in bianco 70%
  26. Pinot nero vinificato in bianco frizzante 70%
  27. Pinot nero vinificato in bianco spumante 70%
  28. Pinot nero vinificato in rosato 70%
  29. Pinot nero vinificato in rosato frizzante 70%
  30. Pinot nero vinificato in rosato spumante 70%
  31. Chardonnay 70%
  32. Chardonnay frizzante 70%
  33. Chardonnay spumante 70%
  34. Sauvignon 70%
  35. Sauvignon spumante 70%
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  36. Cabernet Sauvignon 70%
    Qualora la resa uva/vino superi i limiti sopra riportati, ma non oltre il 5%, l’eccedenza non avrà
    diritto alla denominazione di origine controllata; oltre tale limite decade il diritto alla
    denominazione di origine per tutta la partita.
    Le uve destinate alla produzione delle tipologie spumante: Cortese, Riesling, Moscato, Malvasia,
    Chardonnay e Pinot nero dovranno essere indicate all’atto della denuncia annuale delle medesime.
    5.3) Modalità di vinificazione e di elaborazione
    Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche corrispondenti agli usi locali,
    leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro rispettive caratteristiche. In particolare é ammessa la
    vinificazione congiunta o disgiunta delle uve che concorrono alla denominazione “Oltrepò
    Pavese”. Nel caso della vinificazione disgiunta il coacervo dei vini, facenti parte della medesima
    partita, deve avvenire nella cantina del vinificatore entro il periodo di completo affinamento e
    comunque prima della richiesta della certificazione della relativa partita prevista dalla vigente
    normativa o prima della eventuale commercializzazione, all’interno della zona contemplata
    dall’art. 5.1, come vino atto a “Oltrepò Pavese”.
    Nella preparazione dei vini spumanti “Oltrepò Pavese”, Riesling, Cortese, Chardonnay, Moscato,
    Malvasia, Sauvignon, Pinot nero (vinificato in bianco) e Pinot nero (vinificato in rosato) deve
    essere usata la tradizionale tecnica di rifermentazione in autoclave (metodo charmat detto
    localmente metodo Martinotti).
    5.4) Invecchiamento
    La denominazione “Oltrepò Pavese” Rosso riserva, Barbera riserva e Riesling riserva é riservata ai
    vini sottoposti a un periodo di invecchiamento di almeno ventiquattro mesi a partire dal 1°
    novembre dell’anno di produzione delle uve.
    5.5) Immissione al consumo
    Il vino “Oltrepò Pavese” Moscato passito non può essere immesso al consumo prima del 1° giugno
    dell’anno successivo alla vendemmia
    5.6) Vini passiti e liquorosi
    Il vino “Oltrepò Pavese” Moscato liquoroso, nei due tipi dolce e secco o dry, deve essere prodotto
    partendo da mosto o da vino Moscato, di cui al presente disciplinare. Per il raggiungimento del
    titolo alcolometrico volumico previsto al consumo, al Moscato liquoroso é ammessa l’aggiunta,
    prima, durante e dopo la fermentazione, di alcol di origine vinica, acquavite di vino, mosto
    concentrato.
    È consentita la produzione di “Oltrepò Pavese” Moscato passito partendo dalle uve Moscato di cui
    all’art. 2, dopo essere state sottoposte ad un periodo di appassimento che può protrarsi fino al 30
    marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia e la vinificazione non deve essere anteriore
    al 15 ottobre dell’anno di produzione delle uve.
    Tale procedimento deve assicurare, al termine del periodo di appassimento, un contenuto
    zuccherino non inferiore al 23%.
    Articolo 6
    Caratteristiche dei vini al consumo
    I vini a Denominazione di Origine Controllata di “Oltrepò Pavese” devono rispondere, all’atto
    dell’immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:
  37. “Oltrepò Pavese” Rosso:
  • colore: rosso rubino intenso;
  • odore: vinoso intenso;
  • sapore: pieno, leggermente tannico, di corpo;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
    -acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l.
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  1. “Oltrepò Pavese” Rosso riserva:
  • colore: rosso rubino con riflessi aranciati;
  • odore: profumo intenso, etereo;
  • sapore: asciutto, corposo, armonico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Rosato:
  • colore: rosato, tendente al cerasuolo tenue;
  • odore: leggermente vinoso, caratteristico;
  • sapore: asciutto, armonico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 17,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Rosato frizzante:
  • colore: rosato, tendente al cerasuolo tenue;
  • odore: leggermente vinoso, caratteristico;
  • sapore: vivace, asciutto, armonico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol, di cui almeno 10,00% effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 17,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Bianco:
  • colore: giallo paglierino, più o meno intenso;
  • odore: intenso,caratteristico;
  • sapore: asciutto, gradevole, di gusto fresco e armonico;
  • titolo alcolometrico volumico complessivo minimo: 12,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 16,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Barbera:
  • colore: rosso rubino intenso, limpido, brillante;
  • odore: vinoso, dopo invecchiamento, profumo caratteristico;
  • sapore: sapido, di corpo, leggermente tannico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Barbera frizzante:
  • colore: rosso rubino intenso, limpido, brillante;
  • odore: vinoso, profumo caratteristico;
  • sapore: sapido, di corpo;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol, di cui almeno 10,50% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 20,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Barbera riserva:
  • colore: rosso rubino intenso, con riflessi granati;
  • odore: vinoso, profumo caratteristico;
  • sapore: sapido, di corpo;
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  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 24,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Riesling:
  • colore: giallo paglierino, chiaro, verdolino;
  • odore: caratteristico, gradevole;
  • sapore: fresco, gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Riesling frizzante:
  • colore: giallo paglierino, chiaro, verdolino;
  • odore: caratteristico, gradevole;
  • sapore: fresco, gradevole intenso;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol, di cui almeno 10,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Riesling spumante:
  • colore: giallo paglierino, chiaro, verdolino;
  • odore: caratteristico, gradevole;
  • sapore: fresco, gradevole e intenso;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepo Pavese” Riesling riserva:
  • colore: giallo oro con riflessi che possono tendere all’ambrato;
  • odore: caratteristico, gradevole;
  • sapore: fresco, gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
  1. “Oltrepo Pavese” Riesling superiore:
  • colore: giallo oro con riflessi che possono tendere all’ambrato;
  • odore: caratteristico, gradevole;
  • sapore: fresco, gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Cortese:
  • colore: giallo paglierino chiaro;
  • odore: vinoso, caratteristico;
  • sapore: morbido, fresco, piacevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
    9
  1. “Oltrepò Pavese” Cortese frizzante:
  • colore: giallo paglierino chiaro;
  • odore: vinoso, caratteristico;
  • sapore: morbido, fresco;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol di cui almeno 10,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Cortese spumante:
  • colore: giallo paglierino chiaro;
  • odore: vinoso, caratteristico;
  • sapore: morbido, fresco, piacevole;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Moscato:
  • colore: giallo paglierino con riflessi dorati;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso e delicato;
  • sapore: dolce, gradevole, vivace;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • titolo alcolometrico volumico svolto minimo: 4,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
    Il vino a Denominazione di Origine Oltrepò Pavese Moscato all’atto dell’immissione al consumo
    può essere caratterizzato, alla stappatura del recipiente, da uno sviluppo di anidride carbonica
    proveniente esclusivamente dalla fermentazione, che conservato alla temperatura di 20° centigradi
    in recipienti chiusi, presenta una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione, non
    superiore a 1,7 bar.
  1. “Oltrepò Pavese” Moscato frizzante
  • colore: giallo paglierino con riflessi dorati;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso e delicato;
  • sapore: dolce, gradevole, vivace;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • titolo alcolometrico volumico svolto minimo: 7,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Moscato spumante dolce:
  • colore: giallo paglierino con riflessi dorati;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso e delicato;
  • sapore: dolce, gradevole;
  • spuma: fine persistente e dorata;
  • titolo alcolometrico volumico svolto minimo: 11,00% vol di cui almeno 6,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
    10
  1. “Oltrepò Pavese” Moscato passito:
  • colore: giallo dorato o leggermente ambrato;
  • odore: aromatico, caratteristico, delicato;
  • sapore: dolce, armonico, pieno e vellutato;
  • titolo alcolometrico volumico complessivo minimo 15,00% vol di cui almeno svolto 12,00% vol;
  • acidità totale minima: 3,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 24,00 g/l;
  • acidità volatile massima: 1,50 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Moscato liquoroso:
  • colore: giallo dorato o leggermente ambrato;
  • odore: aromatico intenso;
  • sapore: vellutato, secco;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 18,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 16,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Malvasia:
  • colore: giallo paglierino;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso;
  • sapore: secco, persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Malvasia frizzante:
  • colore: giallo paglierino;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso;
  • sapore: gradevole, morbido;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol, di cui almeno 7,00% effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Malvasia spumante:
  • colore: giallo paglierino;
  • odore: aromatico, caratteristico, intenso;
  • spuma: fine e persistente;
  • sapore: secco, amabile, dolce;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol, di cui almeno 6,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero (vinificato in bianco):
  • colore: giallo paglierino, verdognolo;
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero (vinificato in bianco) frizzante:
  • colore: giallo paglierino, verdognolo chiarissimo;
    11
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole e vivace;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol, di cui almeno 10,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero (vinificato in bianco) spumante:
  • colore: giallo paglierino, verdognolo chiarissimo;
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero rosato:
  • colore: rosato, tendente al cerasuolo tenue;
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero rosato frizzante:
  • colore: rosato, tendente al cerasuolo tenue;
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole, e vivace;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol; di cui almeno 10,00% vol effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Pinot nero spumante rosato:
  • colore rosato, tendente al cerasuolo tenue;
  • odore: caratteristico;
  • sapore: fresco, sapido, fine, molto gradevole;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Chardonnay:
  • colore: giallo paglierino più o meno carico;
  • odore: caratteristico con vena aromatica;
  • sapore: fresco, intenso, sapido, gradevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l;
  1. “Oltrepò Pavese” Chardonnay frizzante:
  • colore: giallo paglierino più o meno carico;
  • odore: caratteristico con vena aromatica;
    12
  • sapore: fresco, intenso, sapido, gradevole, vivace;
  • spuma: vivace, evanescente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol, di cui almeno 10,00% effettivo;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Chardonnay spumante:
  • colore: giallo paglierino più o meno carico;
  • odore: caratteristico con vena aromatica;
  • sapore: fresco, intenso, sapido, gradevole;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 14,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Sauvignon:
  • colore: giallo paglierino;
  • odore: caratteristico, delicato;
  • sapore: asciutto, fresco e piacevole;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 17,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Sauvignon spumante:
  • colore: giallo paglierino;
  • odore: caratteristico, delicato;
  • sapore: asciutto, fresco e piacevole;
  • spuma: fine e persistente;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 17,00 g/l.
  1. “Oltrepò Pavese” Cabernet Sauvignon:
  • colore: rosso rubino intenso;
  • odore: leggermente erbaceo, caratteristico;
  • sapore: armonico, pieno, lievemente tannico;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
    In relazione all’eventuale conservazione in recipienti di legno, il sapore dei vini può rilevare lieve
    sentore di legno.
    È facoltà del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto,
    modificare per i vini di cui sopra i limiti indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
    Articolo 7
    Designazione e presentazione
    7.1) Qualificazioni
    Alla Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” è vietata l’aggiunta di qualsiasi
    menzione diversa da quelle previste dal presente disciplinare ivi compresi gli aggettivi superiore,
    extra, fine, scelto, selezionato, vecchio, e similari.
    13
    È tuttavia consentito l’uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi
    privati, purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno il
    consumatore.
    7.2) Etichettatura
    Sulle bottiglie o altri recipienti contenenti vini “Oltrepò Pavese” deve essere riportata l’indicazione
    dell’annata di vendemmia da cui il vino deriva. Tale indicazione è facoltativa per le tipologie
    spumate, frizzante e liquoroso.
    7.3) Caratteri e posizioni in etichetta
    Le menzioni facoltative, escluse i marchi e i nomi aziendali, possono essere riportate
    nell’etichettatura soltanto in caratteri tipografici non più grandi o evidenti di quelli utilizzati per la
    denominazione di origine del vino, salvo le norme generali più restrittive.
    Nella tipologia “Oltrepò Pavese” Pinot nero spumante è consentito per la tipologia rosato l’uso in
    etichetta del termine rosé.
    Nella designazione dei vini di cui all’art. 1, la menzione specifica tradizionale “Denominazione di
    Origine Controllata” deve essere riportata immediatamente al di sotto della denominazione
    “Oltrepò Pavese”.
    Il nome di vitigno e le menzioni tradizionali o di colore previste dal presente disciplinare, per le
    relative tipologie, devono essere indicate nella designazione al di sotto della menzione specifica
    tradizionale “denominazione di origine controllata”.
    7.4) Marchio collettivo
    La Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” è contraddistinta obbligatoriamente dal
    marchio collettivo espresso nella forma grafica e letterale allegata al presente disciplinare, in
    abbinamento inscindibile con la denominazione. L’utilizzo del marchio collettivo è curato
    direttamente dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che deve distribuirlo anche ai non associati,
    alle medesime condizioni di utilizzo riservate ai propri associati.
    Articolo 8
    Confezionamento
    I vini a Denominazione di Origine Controllata “Oltrepò Pavese” di cui all’art. 1 possono essere
    immessi al consumo in contenitori di qualunque capacità previsti dalla legge, ad esclusione delle
    tipologie Bianco, Rosso, Rosso riserva, Barbera Riserva e Riesling riserva, che devono essere
    immessi al consumo soltanto in bottiglie di vetro di forma tradizionale e di capacità non superiore a
    litri 5.
    Per la tappatura dei vini spumanti é obbligatorio il tappo di sughero a fungo munito del tradizionale
    ancoraggio a gabbietta, ad eccezione dei recipienti di volume nominale uguale o inferiore a ml 200
    per i quali sono consentite le chiusure ammesse dalla vigente normativa in materia.
    Inoltre per i vini spumanti a richiesta delle ditte interessate o del Consorzio di Tutela può essere
    consentito con specifica autorizzazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
    l’utilizzo dei contenitori di capacità di litri 6-9 e superiori.
    Articolo 9
    Legame con l’ambiente geografico
    A) Informazioni sulla zona geografica
  1. Fattori naturali rilevanti per il legame
    L’area della DOC “Oltrepò Pavese” si colloca all’interno del bacino padano, delimitato dalle catene
    alpina ed appenninica e con una apertura principale verso est; in particolare la fascia collinare
    pavese si inserisce nella fascia appenninica che dal Piemonte si spinge verso l’Emilia. L’area è
    caratterizzata da solchi vallivi con direzione prevalente da sud verso nord.
    14
    Analisi pedopaesaggistica
    L’Oltrepò Pavese, in larga misura, presenta un’orografia preappenninica. Il paesaggio è quello
    preappenninico con fenomeni di dissesto franoso e grandi aree di erosione in cui affiorano
    formazioni costituite da marne, calcari arenacei, galestri e gessi.
    I terreni collinari, nei quali si trova la maggior parte della superficie coltivata a vite dell’Oltrepò
    Pavese, appartengono al Cenozoico e si presentano in fasce assai svariate. Quelli del Pliocene si
    limitano a pochi conglomerati che affiorano tra le marne sabbiose nei dintorni di Montebello della
    Battaglia, Torrazza Coste, Casteggio e in alcune zone più orientali (Montù Beccaria). Le formazioni
    mioceniche sono più complesse ed importanti, presentano cinque piani diversi per un’estensione di
    oltre 16.000 ettari compresi nelle colline e nelle prime montagne. Il piano più recente è dato dal
    Messiniano, caratterizzato da marne gialle chiare, con lenti calcaree in una continuità molto precisa.
    Appartengono a questa formazione i terreni di Montù Beccaria, Rovescala, Montescano, Castana,
    Canneto Pavese, Pietra de’ Giorgi, Cigognola, Redavalle, Santa Giuletta, Torricella Verzate e in
    piccola parte i territori dei comuni di Corvino S. Quirico, Casteggio, Torrazza Coste, Codevilla e
    Godiasco. Le zone intorno a Montalto Pavese, Calvignano, Rocca Susella e Godiasco fanno parte
    del Langhiano, costituito da uno strato massiccio di marne, depositatesi in un mare assai profondo. I
    terreni si presentano in prevalenza sotto forma di marne bianco-azzurrognole, talvolta giallastre, in
    strati di spessore vario, alternate talora con strati arenacei o calcarei. Il passaggio all’Oligocene
    avviene per gradazioni insensibili attraverso un complesso di strati arenacei, scistosi, ma
    prevalentemente marnosi formanti l’Aquitaniano, che ha notevoli estensioni nei dintorni di Rocca
    Susella, Borgo Priolo e Calvignano. L’Oligocene, che forma un periodo di transizione fra Eocene e
    Miocene, non ha limiti ben definiti: si estende per circa 13.000 ettari su un vasto territorio di collina
    e si rinviene specialmente a Rocca de’ Giorgi, a Montecalvo Versiggia, a Ruino e a Varzi. Le
    formazioni eoceniche dell’Oltrepò si limitano ad una prima vasta area di terreni costituiti da argille
    scagliose, da galestri, con affioramenti ofiolitici, misti a gabbri e da uno strato sovrastante di calcare
    marnoso. Gli scisti galestrini e le argille scagliose si estendono su circa 19.000 ettari coprendo
    estese superfici dell’alta collina. Il piano più recente dell’Eocene, formato in prevalenza dal calcare
    marnoso, comprende 16.000 ettari ricchissimi di calcare e i terreni del triangolo di media e bassa
    collina con vertici a Mornico Losana, San Damiano al Colle e Casa Calatroni.
    Geologicamente i terreni dell’Oltrepò presentano una grande varietà, mentre dal punto di vista
    agronomico le differenze sono meno sensibili. Le zone viticole con caratteristiche litologiche
    omogenee sono:
    • Depositi alluvionali terrazzati: si sviluppano principalmente lungo la fascia pedecollinare dal
    confine con il Piemonte fino a Verzate e da Broni al confine con la provincia di Piacenza,
    inserendosi lungo l’alveo dei principali corsi d’acqua. Questi depositi formano i primi dolci rilievi
    costituendo il raccordo tra la pianura e l’area collinare. Si tratta di depositi elastici incoerenti a
    granulometria eterogenea, generalmente ricoperti da una coltre di alterazione di varia potenza e
    colore.
    • Alternanze eterogenee di conglomerati, arenarie, siltiti e argille: unità che raggruppa tutte quelle
    formazioni caratterizzate da una estrema variabilità litologica di cui è difficile la suddivisione in
    litofacies. È costituita da arenaria, brecce, calcari, calcari cariati, marne, conglomerati gessiferi,
    conglomerati e argille, che generalmente costituiscono corpi lentiformi variamente interstratificati.
    Affiora estesamente nella parte collinare della zona occidentale tra i confini est e ovest del comune
    di Retorbido e prosegue ad est comprendendo quasi interamente la superficie dei comuni di Corvino
    San Quirico, Torricella Verzate e parte di quelli di Santa Giuletta e Mornico Losana. Un altro
    affioramento si ritrova nella zona di Pietra de’ Giorgi che continua tra i comuni di Montescano e
    Montù Beccaria e tra Montù Beccaria, Broni e Stradella.
    • Alternanze a dominante arenacea: litofacies caratterizzata da alternanze più o meno regolari di
    arenarie variamente cementate, sabbie, marne-siltose e argille, generalmente di colore grigio.
    Solitamente hanno maggiore diffusione le fitte sequenze di straterelli arenacei, marno-siltosi e
    argillosi, ma localmente si può avere predominanza della parte psamamitica o di quella pelitica. Nel
    15
    primo caso gli strati arenacei assumono spessori intorno a 80-100 cm; nel secondo si hanno spessori
    di pochi centimetri. La morfologia dei rilievi, costituita da questa unità, è assai varia con pareti
    verticali e pendii a modesta acclività ove si possono accumulare spessori anche notevoli di coltre
    eluvio-colluviale. Frequenti in questa unità sono i fenomeni di scoscendimento al contatto con
    formazioni argillose. Questa tipologia è presente lungo le valli di quasi tutti i torrenti oltre padani,
    in particolare modo in quelli della zona centro-occidentale, dove riveste una certa importanza
    viticola.
    • Alternanze a dominante marnoso-calcareo-argilloso: costituita da alternanze ritmiche di calcari-
    marnosi di spessore variabile tra i 30 e i 250 cm e argille in strati da 5 a 70 cm. Dal punto di vista
    morfologico forma rilievi con pendenze modeste. La facile degradabilità dei litotipi più fini
    favorisce la formazione di un’estesa coltre eluvio-colluviale che su pendii meno accentuati può
    assumere anche spessori notevoli. Sono frequenti fenomeni di scoscendimento e smottamento lungo
    i versanti più in pendio. Affiora estesamente occupando l’area compresa tra Rovescala, Oliva Gessi
    fino alle sorgenti del torrente Versa al confine con la provincia di Piacenza. Un’altra striscia
    importante e intensamente vitata, come la precedente, va da Montalto Pavese a Canevino
    attraversando trasversalmente la Valle Scuropasso.
    • Gessi: unità costituita da corpi lentiformi di gessi cristallini a grana da media a grossa, che affiora
    su estensioni areali molto limitate anche se intensamente coltivata a vite. Si riscontrano queste zone
    nei pressi di Garlassola, Mondondone, Corvino S. Quirico, Montepezzata e Cà Bianca.
    La radiazione solare
    La radiazione solare che giunge su un terreno in piano è funzione della latitudine, mentre nelle zone
    collinari bisogna considerare anche gli effetti della pendenza, dell’esposizione e dell’orizzonte
    orografico tipico di ciascun vigneto.
    L’Oltrepò è caratterizzato da un’estrema disomogeneità della distribuzione della radiazione sul
    territorio collinare, disomogeneità che rappresenta una chiave di lettura importante per individuare
    le diverse vocazionalità del territorio per la coltura della vite. Mediamente l’area orientale si
    presenta caratterizzata da una maggiore omogeneità di valore di radiazione solare, compresa tra
    2.250 e 3.000 MJ/m2 all’anno, mentre l’aria occidentale si contraddistingue per avere un andamento
    collinare est-ovest con i versanti rivolti verso sud molto assolati, che raggiungono spesso, valori di
    radiazione solare superiori a 2.750 MJ/m2 all’anno.
    La temperatura dell’aria
    Nella fascia compresa fra la base delle colline ed i 600 m di quota la temperatura media annua
    presenta valori di circa 11/12°C e la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di circa
    1/2°C. L’isoterma di 0°C che corre a circa 800 m di quota può essere considerata il limite fra la
    fascia di collina e quella più propriamente montana. La media delle minime è per lo più inferiore a
    0°C con la particolarità che i valori delle località a quota inferiore a 400 m sono inferiori a quelli
    delle località poste fra 400 e 600 m come conseguenza di un tipico effetto di inversione termica.
    Le temperature medie del mese più caldo (luglio o agosto) sono relativamente omogenee (22/24°C),
    così come le minime, che si verificano nei mesi di gennaio o febbraio e sono comprese fra i –8 e i –
    13°C. Sono invece poco omogenee le massime mensili: a quote inferiori ai 500 m (circa 28/30°C)
    sono sensibilmente diverse da quelle fra 500 e 600 m (25/27°C).
    Le precipitazioni
    La distribuzione media delle precipitazioni nel corso dell’anno è caratterizzata da un massimo ed un
    minimo rispettivamente nei mesi di novembre (143 mm) e di luglio (47 mm). In media il mese più
    piovoso nella stagione primaverile risulta essere maggio (121 mm).
    La distribuzione spaziale delle precipitazioni mostra un gradiente altitudinale, con piogge che
    aumentano al crescere della quota e con una diminuzione progressiva da est verso ovest che indica
    l’approssimarsi dei minimi precipitativi ai confini con l’alessandrino (556 mm/anno).
    16
  2. Fattori umani rilevanti per il legame
    Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
    tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a Denominazione di Origine “Oltrepò Pavese”.
    Considerato, sin dai tempi di Strabone, una zona di produzione di vini di qualità, l'Oltrepò Pavese è
    quel lembo di terra collinoso a sud della Lombardia noto per essere il punto d'incontro di quattro
    regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Tale peculiare caratteristica rende
    l'Oltrepò Pavese ricco di culture, lingue, tradizioni e cucine differenti, ma ben integrate tra loro.
    Questa terra è anche, anzi soprattutto, antica dimora della vite. Un'importante testimonianza arriva
    dal reperto di un tralcio di vite, risalente ai tempi preistorici, trovato nei pressi di Casteggio, un
    tempo detta Clastidium. Strabone, nel I secolo A.C., attribuì all'Oltrepò Pavese l'invenzione della
    botte. Nei suoi testi fu descritta di dimensioni più grandi delle case. Nei secoli successivi
    s’incontrano poi altre testimonianze. Andrea Bacci, per esempio, nel XVI secolo, descrisse i vini di
    tale zone con il termine “eccellentissimi”.
    L'Oltrepò Pavese vitivinicolo attuale trova le sue radici nel secolo scorso, come conseguenza dei
    danni portati dalla fillossera, e nel rinnovamento globale del mondo vinicolo italiano di quel
    periodo. È sufficiente ricordare che nel 1884 l'Oltrepò Pavese vantava ben 225 vitigni autoctoni.
    Oggi sono circa una dozzina quelli di maggior diffusione, seppur non mancano produttori
    collezionisti che hanno raccolto qualche testimonianza del passato, come Moradella, Uva della
    Cascina o altro ancora. Nonostante tale decimazione, il panorama vinicolo oltrepadano è ancora
    molto ricco, soprattutto per quanto concerne le tipologie di vino prodotte, tra cui quelle previste dal
    presente disciplinare di produzione.
    Nel corso dei decenni la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, tanto
    che nel 1970 il vino “Oltrepò Pavese” è stato riconosciuto come DOC con DPR del 6 agosto.
    L’incidenza dei fattori umani nel corso della storia è in particolare riferita alla puntuale definizione
    dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del presente disciplinare di
    produzione:
     la base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione dei vini in questione sono
    quelli tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata. Per fare alcuni esempi: il
    Barbera, il Riesling, la Croatina e così via;
     le forme di allevamento, i sesti d’impianto ed i sistemi di potatura, anche per i nuovi impianti:
    sono quelli tradizionali e permettono la migliore e più razionale disposizione delle viti, sia per
    agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della
    chioma, permettendo di ottenere una adeguata e bene esposta superficie fogliare e di contenere le
    rese di produzione entro i limiti fissati dal presente disciplinare;
     le pratiche relative all’elaborazione dei vini: sono quelle tradizionalmente consolidate in zona
    per la vinificazione in rosso, in rosato e in bianco, di vini tranquilli, vivaci, frizzanti e spumanti,
    adeguatamente differenziate per le tipologie di base e le tipologie riserva e superiore, qualora
    previste.
    B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente
    attribuibili all’ambiente geografico
    La DOC “Oltrepò Pavese” è riferita a diverse tipologie di vino. Dal punto di vista analitico ed
    organolettico ciascuna tipologia presenta caratteristiche molto evidenti e peculiari (descritte
    all’Articolo 6), che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente
    geografico.
    In particolare presentano caratteristiche chimico-fisiche equilibrate in tutte le tipologie e all’odore si
    riscontrano aromi prevalenti tipici dei vitigni.
    17
    C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla
    lettera B)
    Grazie alle indagini condotte sul territorio dell’Oltrepò Pavese iniziate con lo studio di zonazione
    realizzato a partire dal 1999 con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Pavia, coordinato
    dall’Università di Milano e con la collaborazione dell’Università di Piacenza e dell’ERSAF e
    conclusesi con esperienze di monitoraggio del territorio condotte dall’Università di Milano e dal
    Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, è stato possibile ottenere una mappa delle unità territoriali
    che rappresenta la sintesi delle informazioni scientifiche raccolte.
    Le differenti vocazionalità territoriali prevedono la distinzione tra aree adatte alla produzione di uve
    a bacca bianca o base spumante e zone più idonee alla produzione di uve a bacca rossa. Le varie
    delimitazioni sono state create analizzando i parametri climatici, pedologici e morfologici. Ciò non
    toglie che l’intero areale oltrepadano ben si presti alla coltivazione di tutte le tipologie considerate
    nel presente disciplinare.
    Le aree più indicate per basi spumante e vini bianchi (area collinare dell’Oltrepò Orientale collocata
    tra i comuni di Montecalvo Versiggia e Santa Maria della Versa e l’area sud occidentale
    dell’Oltrepò tra i comuni di Rocca Susella, Fortunago, fino a Rocca de’ Giorgi) sono caratterizzate
    da suoli con tessiture fini, localizzate prevalentemente in aree alte e fresche che risultano più
    piovose, con temperature più miti e con maggiori sbalzi termici giornalieri. I terreni possiedono
    mediamente una buona abitabilità, sono profondi e hanno una elevata dotazione di nutrienti,
    maggior riserva idrica e drenaggi più lenti. Si sviluppano ad altezze medio-alte comprese tra i 200 e
    550 m e sono caratterizzate da versanti con esposizioni est/ovest e pendenze moderate. I vini sono
    ampi e complessi, caratterizzati da note floreali accompagnate da sentori di frutta matura e
    fragranze di vegetale secco, con richiami erbacei e speziati. Le elevate escursioni termiche della
    zona determinano un vino particolarmente fresco, caratterizzato al palato da una gradevole nota
    acidula e buona struttura.
    Esistono poi zone a duplice attitudine, come l’area dei comuni di Mornico Losana, Pietra de’
    Giorgi, Montù Beccaria, Montalto Pavese e Borgo Priolo, le quali risultano essere maggiormente
    assolate e calde con versanti orientati prevalentemente verso sud/ovest. Le altitudini sono in media
    comprese tra i 150 e i 350 m con ottime esposizioni anche ad altitudini superiori (350 – 450 m). Le
    temperature risultano sostenute nelle ore centrali della giornata e specialmente nelle aree più elevate
    si riscontrano forti abbassamenti durante le ore serali e notturne, spesso accompagnati dalla
    presenza di brezze serali. L’esposizione dei versanti è principalmente verso sud/ovest (80%) con
    pendenze medie del 20%. Sono aree con ottime potenzialità sia per la produzione di uve da vini
    bianchi di elevato pregio che, nei versanti più assolati e con esposizioni sud/ovest, per la produzione
    di uve per una vinificazione in rosso. I vini bianchi risultano equilibrati grazie ad una buona
    maturazione delle uve, con sentori floreali, fruttati e di vegetale e in bocca rimangono sapidi, freschi
    e strutturati; i rossi invece risultano complessi e mediamente intensi, con note di ciliegia e frutti
    rossi e in bocca manifestano tannini non aggressivi.
    Infine le aree più adatte ad un obiettivo enologico in rosso, che si estendono nella prima fascia
    collinare tra Torrazza Coste e Zenevredo e sono costituite da valli che si aprono a ventaglio sulla
    Pianura Padana, caratterizzate da ripidi versanti e fitti crinali, con substrati rocciosi relativamente
    soffici, che risultano in buona parte lavorabili. Si contraddistinguono per avere tessiture più sciolte,
    suoli meno fertili, meno profondi e con una maggiore capacità di allontanamento delle acque in
    eccesso. Le fasce vocate sono quelle più calde a ridosso della pianura e poste ad altitudini comprese
    tra 100 e 300 m. I versanti sono prevalentemente esposti verso sud/ovest e con pendenze anche
    sostenute. I regimi idrici sono inferiori.
    Particolarmente vocate per la produzione di uve per la vinificazione in rosso con la massima
    espressione per colore, struttura, grado alcolico e complessità. L’ampiezza sensoriale è
    caratterizzata da note floreali di viola, da sentori di frutti rossi, di frutta cotta (prugna), di vegetale
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    secco (paglia) e di speziato. Alla degustazione si percepiscono una grande corposità dovuta alla
    struttura e al buon grado alcolico e una limitata acidità.
    Altre aree dell’Oltrepò Pavese sono poi storicamente legate ad alcune particolari tipologie di vino,
    quali per esempio il Moscato nella zona di Volpara e territori limitrofi, fra il torrente Versa e il rio
    Goretta ad un’altitudine di 400 metri s.l.m. e il Riesling nei comuni di Calvignano, Montalto
    Pavese, Oliva Gessi e, in parte, Casteggio, Mornico Losana e Rocca de’ Giorgi, fra i 220 ed i 450
    metri s.l.m.
    L’Oltrepò Pavese è da sempre un territorio di elezione per la viticoltura, sia per la grande tradizione
    di produzione di vini tranquilli e mossi rossi e bianchi, sia per l’indiscutibile antica tradizione per la
    produzione dello spumante metodo classico e charmat. Uno dei passi storicamente più rilevanti
    dell’enologia oltrepadana è la nascita delle Cantine Sociali. La storia narra che la prima vide la luce
    nel 1902. Furono già allora introdotti i criteri del vigneto specializzato, della razionalizzazione degli
    impianti e dei cloni. Insomma vennero fatti i primi passi fondamentali per la produzione di qualità.
    Il 1961 segna l'anno della svolta con la nascita dell'attuale Consorzio, ancor prima della legge
    istituzionale delle Denominazioni di Origine Controllata, con il fine di promuovere e far crescere
    l'immagine dei vini tipici prodotti in questa terra. Il Consorzio, con il passare degli anni, assunse un
    ruolo sempre più fondamentale legato alla tutela e alla promozione del vino.
    Gli emblemi consortili hanno da sempre voluto ricordare il ruolo fondamentale che il vino riveste in
    questa zona: il Signore del Brio, in vigore dal 1994 al 2010, rappresentava un personaggio vissuto
    nella corte cinquecentesca dei marchesi Malaspina al quale era demandato il compito
    dell'organizzazione e del successo delle feste. L’attuale emblema, che riprende il vecchio simbolo in
    vigore fino al 1994 consiste invece in una figura che sta a simboleggiare la gioia e la fortuna del
    vino per l’Oltrepò Pavese: il “folletto o Jolly danzante”. Esso si presenta nella posizione detta
    “danzante”, che simboleggia la pigiatura dell’uva; la mano sinistra è piegata in un gesto di
    accoglienza; ha una coda ricurva verso l’alto che finisce con una foglia di vite; la ghiera che lo
    contiene presenta 4 rientranze in corrispondenza dei 4 punti cardinali segno di una apertura in tutte
    le direzioni. Apertura che è sia geografica, sia culturale.
    Mino Milani, noto scrittore nonché storico e giornalista pavese, per un testo dedicato all’Oltrepò
    (edito nel 2001 dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, curato dal fotografo Fulvio Roiter e dallo
    stesso Milani), scrive: “Dei vari, o dei possibili Oltrepò, il più vero è certamente quello delle vigne.
    Il solo nome, del resto, evoca immediatamente immagini e idee di uva, vendemmia, cantina, vino…
    Oltrepò: è quasi inutile aggiungere la parola pavese, perché non ve ne sono altri; e da sempre i
    pavesi vengono qui a rifornirsi di buon vino: “sulle colline, assai fertili poiché non hanno terreno
    pietroso, ci sono castelli e numerose ville, e vigne che producono vini bianchi pregiatissimi”, e così
    scriveva nel Trecento frate Opicino de’ Canistris. La vite già aveva segnato il destino della terra, il
    carattere dei suoi abitanti, cui aveva dato non solo lavoro e quindi ricchezza, ma anche una rustica
    nobiltà, da contrapporsi a quella bellicosa dei proprietari di ville e castelli. La storia ha il suo
    corso (o la sua logica) inesorabile, e la vigna ha prevalso su ville e castelli, rimasti a testimonianza
    d’un orgoglio comune.
    Che cosa fosse l’Oltrepò prima della vigna, lo possiamo immaginare senza troppa fatica: foreste,
    brughiere, distese incolte; uno scenario che l’uomo ha via via modificato, respingendo in alto i
    boschi, aggredendo il gerbido, piegando la terra alle proprie necessità. Guardando i terrazzamenti,
    i ripari e gli argini che scandiscono e definiscono le vigne e consentono le strade, possiamo
    valutare (ma non senza un po’ di vertigine) l’imponenza del lavoro secolare, umile e anonimo, che
    ha mutato l’aspetto di queste zone”.
    E ancora, tratto dal volume “Notizie, storia, indicazioni di Pavia e Provincia”, edito nella terza
    edizione del 1986 dalla Camera di Commercio di Pavia e curato da Mario Merlo, giornalista e
    scrittore, e da Giuseppe Mazza, storico e critico: “L’Oltrepò è terra di antico insediamento. Le sue
    caratteristiche morfologiche hanno favorito l’afflusso di correnti migratorie che dalle sponde
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    litoranee del Tirreno e precisamente nell’arco del golfo del Tigullio, in cerca di retroterra di più
    facili condizioni di vita, si sono spinte attraverso le valli dell’Appennino Ligure fino alla Pianura
    Padana, arrestandosi sul limitare di questa in posizioni elevate proprio là dove il contrafforte
    appenninico assumendo più modeste proporzioni collinari a dolce declivio si incontrava con la
    pianura acquitrinosa, insalubre e avara di mezzi adatti a rendere possibile una qualsiasi forma di
    vita organizzata. Per questi motivi le primitive popolazioni galliche e liguri derthonine e liguri
    iriate, tribù celeliate e cerdiciate, stanziatesi fra Clastidium e Litubium – le odierne Casteggio e
    Retorbido – hanno preso dimora sui poggi…
    Nel 238 a.C i Romani iniziarono la guerra contro i Liguri della riviera: ma ben presto si accorsero
    che per vincere queste popolazioni forti e tenaci bisognava spingersi nell’entroterra e snidarle
    dalle montagne. Solo nel 224 i consoli G. Flaminio Nepote e P. Furio Filone entrarono nel
    territorio vogherese… Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente e con le calate barbariche in
    Italia, l’Oltrepò venne progressivamente occupato da nuove popolazioni che si mescolarono a
    quelle indigene gallo-latine-iriate, creando così un nuovo gruppo etnico avente caratteristiche
    proprie che si mantennero poi distinte nel volgere dei secoli.
    Questa terra era limitata a nord dal fiume Po, che per avere a quel tempo un corso disordinato e
    spontaneo presentava serie difficoltà di guado, sì che fra le due sponde non vi furono che brevi
    contatti sporadici e mai tali da fondere insieme questi gruppi che invece mantennero, e in certo
    senso mantengono ancor oggi, speciali elementi di differenziazione… Durante il Medioevo sono
    sorti molti paesi di origine signorile: prima il castello, poi intorno a esso, entro la prima cerchia di
    mura, il paese. Infatti non esiste località dell’Oltrepò che non abbia il suo castello…
    Dal secolo X le famiglie gentilizie che se ne contesero la supremazia furono i Malaspina, i
    Visconti, i Beccaria, i Dal verme, fino a quando gli Sforza nella seconda metà del XV secolo
    dominarono incontrastati su tutto il territorio..”
    La DOC “Oltrepò Pavese”, dalla nascita avvenuta nel 1970, ha vissuto una serie di modifiche nel
    1975, 1977, 1987 e 1995, fino alle più recenti e sostanziali del 2007 e 2010 quando dapprima la
    tipologia Metodo Classico è stata estrapolata dalla DO (DM 27 luglio 2007) per elevarsi alla
    categoria DOCG e poi (DM 3 agosto 2010) quando hanno ottenuto valore autonomo e disciplinari
    propri le tipologie Bonarda, Buttafuoco, Sangue di Giuda, Pinot nero (vinificato in rosso) e Pinot
    grigio, per la loro importanza storica e/o commerciale.
    Articolo 10
    Riferimenti alla struttura di controllo
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    Valoritalia S.r.l. è l’Organismo di controllo autorizzato dal Ministero delle politiche agricole
    alimentari e forestali, ai sensi dell’articolo 64 della legge n. 238/2016, che effettua la verifica
    annuale del rispetto delle disposizioni del presente disciplinare, conformemente all’articolo 19, par.
    1, 1° capoverso, lettera a) e c), ed all’articolo 20 del Reg. UE n. 34/2019, per i prodotti beneficianti
    della DOP, mediante una metodologia dei controlli combinata (sistematica ed a campione) nell’arco
    dell’intera filiera produttiva (viticoltura, elaborazione, confezionamento), conformemente al citato
    articolo 19, par. 1, 2° capoverso.
    In particolare, tale verifica è espletata nel rispetto di un predeterminato piano dei controlli,
    approvato dal Ministero, conforme al modello approvato con il DM 2 agosto 2018, pubblicato nella
    G.U. n. 253 del 30.10.2018.
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