Sangue di Giuda Doc

Documento
Regione

Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali
DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE COMPETITIVE,
DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE, IPPICHE E DELLA PESCA
DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DELLA QUALITÀ AGROALIMENTARE E DELL’IPPICA
UFFICIO PQAI IV
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEI VINI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE
CONTROLLATA
“SANGUE DI GIUDA DELL’OLTREPÒ PAVESE” O “SANGUE DI GIUDA”
Decisione di approvazione o modifica Pubblicazione
Approvata come tipologia della DOC
“Oltrepò Pavese” con D.P.R. 6.08.1970 G.U. 273 – 27.10.1970
Approvato DOC con D.M. 3.08.2010 G.U. 191 – 17.08.2010
Modificato con D.M. 3.11.2010 G.U. 269 – 17.11.2010
Modificato con D.M. 30.11.2011 G.U. 295 – 20.12.2011
Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Modificato con D.M. 7.03.2014 Sito ufficiale Mipaaf - Qualità - Vini DOP e IGP
Articolo 1
Denominazione e vini
La Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
Giuda” è riservata ai vini, anche nelle tipologie “frizzante” e “spumante”, che rispondono alle
condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione.
Articolo 2
Base ampelografica
I vini “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese o Sangue di Giuda”, devono essere ottenuti dalle uve
prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:

  • Barbera: dal 25% al 65%;
  • Croatina: dal 25% al 65%;
  • Uva rara, Ughetta (Vespolina) e Pinot nero: congiuntamente o disgiuntamente, fino a un
    massimo del 45%.
    Articolo 3
    Zona di produzione delle uve
    La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino “Sangue di Giuda dell’Oltrepò
    Pavese” o “Sangue di Giuda” è delimitata come segue:
    dalla strada statale n. 10 al km 162+700 segue quale confine a est la strada comunale per
    Bosnasco, Costamontefedele, fraz. Casotti. Da qui segue in direzione fraz. Braccio fino al bivio per
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    la fraz. Villa Marone, si prosegue fino alla fraz. Barbaleone fino a raggiungere la via Marconi,
    quindi a ovest fino a raggiungere Boffalora, Poggiolo e ancora per Cerisola, Donelasco e Santa
    Maria della Versa. Da qui scende a nord per la provinciale Santa Maria-Stradella, sino alla frazione
    Begoglio, dove devia a ovest per la comunale che tocca le frazioni: Squarzine, Gaiasco, Cella, Ca’
    di Paglia sino al ponte del torrente Scuropasso in località Molino Sacrista. Quindi scende a valle
    lungo il torrente Scuropasso, sino a incontrare il confine comunale tra Lirio e Pietra de’ Giorgi a
    comprendere per intero quest’ultimo territorio comunale e quello di Cigognola a sud della strada
    statale n. 10 che costituisce il confine nord sino al chilometro n. 162+700, all’imbocco della strada
    comunale per Bosnasco.
    Articolo 4
    Norme per la viticoltura
    4.1) Condizioni naturali dell’ambiente
    Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini a
    Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda”, devono essere quelle tradizionali della zona di produzione e, comunque, atte a conferire
    alle uve e ai vini le specifiche tradizionali caratteristiche di qualità.
    I vigneti devono essere posti su terreni di natura calcarea o calcareo-argillosa e su pendici collinari
    ben soleggiate escludendo comunque i fondovalle e i terreni di pianura.
    4.2) Densità di impianto
    Per i nuovi impianti ed i reimpianti la densità dei ceppi per ettaro non può essere inferiore a 4.000.
    Per gli appezzamenti di croatina la densità di ceppi per ettaro non può essere inferiore a 3.200.
    4.3) Sesti d’impianto e forme d’allevamento
    I sesti d’impianto, le forme di allevamento (controspalliera) e i sistemi di potatura devono essere
    quelli di tipo tradizionale e, comunque, i vigneti devono essere governati in modo da non
    modificare le caratteristiche dell’uva, del mosto e del vino. Per i vigneti esistenti alla data di
    pubblicazione del presente disciplinare sono consentite le forme di allevamento già usate nella
    zona, con esclusione delle forme di allevamento espanse.
    4.4) Irrigazione
    É consentita l’irrigazione di soccorso.
    4.5) Rese ad ettaro e gradazione minima naturale
    Le produzioni massime di uva per ettaro in coltura specializzata dei vigneti destinati alla
    produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò
    Pavese” o “Sangue di Giuda” ed i titoli alcolometrici volumici naturali minimi devono essere i
    seguenti:
    Tipologia Produzione massima Titolo alc. vol. nat. min.
    (t/ha) (% vol)
  1. Sangue di Giuda 10,50 11,50
  2. Sangue di Giuda frizzante 10,50 11,50
  3. Sangue di Giuda spumante 10,50 11,50
    Anche in annate eccezionalmente favorevoli, la resa uva ad ettaro dovrà essere riportata nei limiti
    di cui sopra purché la produzione globale non superi del 20% i limiti medesimi, ferma restando la
    resa uva/vino per i quantitativi di cui trattasi. Oltre detto limite del 20% decade il diritto alla
    Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda”, per tutta la partita.
    La Regione Lombardia, sentito il parere del Consorzio di Tutela, annualmente, con proprio
    decreto, tenuto conto delle condizioni ambientali di coltivazione, può fissare produzioni massime
    per ettaro inferiori a quelle stabilite dal presente disciplinare di produzione, o limitare, per talune
    zone geografiche, l’utilizzo delle menzioni aggiuntive, dandone immediata comunicazione
    all’organismo di controllo.
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    Articolo 5
    Norme per la vinificazione
    5.1) Zona di vinificazione
    Le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nella zona di produzione delimitata dall’art.
  4. Tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione é consentito che tali operazioni siano
    effettuate nell’intero territorio della provincia di Pavia, nonché nelle frazioni di Vicobarone e Casa
    Bella nel comune di Ziano Piacentino in provincia di Piacenza.
    5.2) Resa massima uva/vino
    Le rese massime dell’uva in vino devono essere le seguenti:
    Tipologia Resa uva/vino
  5. Sangue di Giuda 70%
  6. Sangue di Giuda frizzante 70%
  7. Sangue di Giuda spumante 70%
    Qualora la resa uva/vino superi i limiti sopra riportati, ma non oltre il 5%, l’eccedenza non avrà
    diritto alla denominazione di origine controllata; oltre tale limite decade il diritto alla
    denominazione di origine per tutta la partita.
    5.3) Modalità di vinificazione e di elaborazione
    Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche corrispondenti agli usi locali,
    leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro rispettive caratteristiche.
    Nel caso della vinificazione disgiunta, il coacervo dei vini facenti parte della medesima partita,
    deve avvenire nella cantina del vinificatore entro il periodo di completo affinamento e comunque
    prima della richiesta della certificazione della relativa partita prevista dalla vigente normativa o
    prima della eventuale commercializzazione, all’interno della zona contemplata dall’art. 5.1, come
    vino atto a “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda”.
    Articolo 6
    Caratteristiche dei vini al consumo
    I vini di cui all’art. 1 devono rispondere, all’atto dell’immissione al consumo, alle seguenti
    caratteristiche:
  1. “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda”:
  • colore: rosso rubino intenso;
  • odore: vinoso intenso;
  • sapore: pieno, di corpo e dolce, talvolta vivace e leggermente tannico;
  • residuo zuccherino minimo: 80 g/l;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol di cui almeno 5,50% vol svolto;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
    Il vino a denominazione di origine “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda”
    all’atto dell’immissione al consumo può essere caratterizzato, alla stappatura del recipiente, da uno
    sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione, che conservato
    alla temperatura di 20° centigradi in recipienti chiusi, presenta una sovrapressione dovuta
    all’anidride carbonica in soluzione, non superiore a 1,7 bar.
  1. “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” frizzante:
  • colore: rosso rubino intenso;
  • odore: vinoso intenso;
  • sapore: dolce, di corpo, pieno;
  • spuma: vivace, evanescente;
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  • residuo zuccherino minimo: 80 g/l;
  • titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% vol di cui almeno 7,00% vol svolto;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
  1. “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” spumante dolce:
  • colore: rosso rubino intenso;
  • odore: vinoso intenso;
  • sapore: pieno, di corpo, dolce;
  • spuma: vivace, persistente;
  • titolo alcolometrico volumico effettivo 9,00% vol;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l;
  • estratto non riduttore minimo: 22,00 g/l.
    E’ facoltà del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto,
    modificare per i vini di cui sopra i limiti indicati per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
    Articolo 7
    Designazione e presentazione
    7.1) Qualificazioni
    Alla Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda”, anche nelle tipologie frizzante e spumante, è vietata l’aggiunta di qualsiasi menzione
    diversa da quelle previste dal presente disciplinare ivi compresi gli aggettivi superiore, extra, fine,
    scelto, selezionato, vecchio, riserva e similari.
    E’ tuttavia consentito l’uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o
    marchi privati, purché non abbiano significato laudativo e non siano tali da trarre in inganno il
    consumatore.
    7.2) Etichettatura
    Sulle bottiglie o altri recipienti contenenti “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda”, anche nelle tipologie “frizzante” e “spumante”, è obbligatorio riportata l’indicazione
    dell’annata di vendemmia da cui il vino deriva.
    7.3) Caratteri e posizioni in etichetta
    La denominazione “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” deve essere
    indicata nella designazione del prodotto in maniera consecutiva, anche su più righe, seguita
    immediatamente al di sotto dalla menzione specifica tradizionale “denominazione di origine
    controllata”.
    Le menzioni facoltative, escluse i marchi e i nomi aziendali, possono essere riportate
    nell’etichettatura soltanto in caratteri tipografici non più grandi o evidenti di quelli utilizzati per la
    denominazione di origine del vino, salvo le norme generali più restrittive.
    7.4) Marchio collettivo
    La Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda” è contraddistinta obbligatoriamente dal marchio collettivo espresso nella forma grafica e
    letterale allegata al presente disciplinare, in abbinamento inscindibile con la denominazione.
    L’utilizzo del marchio collettivo è curato direttamente dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
    che deve distribuirlo anche ai non associati, alle medesime condizioni di utilizzo riservate ai propri
    associati.
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    Articolo 8
    Confezionamento
    I vini a Denominazione di Origine Controllata “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di
    Giuda”, anche nelle tipologie “frizzante” e “spumante”, devono essere immessi al consumo in
    bottiglie di vetro di capacità non superiore a litri 5.
    Per la tappatura del “Sangue di Giuda” spumante è obbligatorio il tappo di sughero a fungo munito
    del tradizionale ancoraggio a gabbietta, ad eccezione dei recipienti di volume nominale uguale o
    inferiore a ml 200 per i quali sono consentite le chiusure ammesse dalla vigente normativa in
    materia.
    Per la versione frizzante è tuttavia ammessa la chiusura con tappo a fungo in sughero ancorato con
    gabbietta, utilizzato tradizionalmente nella zona, con eventuale capsula non superiore a 7
    centimetri.
    Articolo 9
    Legame con l’ambiente geografico
    A) Informazioni sulla zona geografica
  1. Fattori naturali rilevanti per il legame
    L’area del “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” è compresa all’interno del
    territorio dell’Oltrepò Pavese, il quale, a sua volta, si colloca all’interno del bacino padano,
    delimitato dalle catene alpina ed appenninica e con una apertura principale verso est; in particolare
    la fascia collinare pavese si inserisce nella fascia appenninica che dal Piemonte si spinge verso
    l’Emilia. L’area è caratterizzata da solchi vallivi con direzione prevalente da sud verso nord.
    Analisi pedopaesaggistica
    L’Oltrepò Pavese, in larga misura, presenta un’orografia preappenninica.
    I terreni collinari, nei quali si trova la maggior parte della superficie coltivata a vite dell’Oltrepò,
    appartengono al Cenozoico. In Oltrepò Pavese le formazioni mioceniche sono complesse ed
    importanti, presentano piani diversi compresi nelle colline e nelle prime montagne. Per i territori
    della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” il piano più significativo è dato dal Messiniano,
    caratterizzato da marne gialle chiare, con lenti calcaree in una continuità molto precisa.
    Appartengono a questa formazione i terreni di Montù Beccaria, Rovescala, Montescano, Castana,
    Canneto Pavese, Pietra de’ Giorgi e Cigognola.
    Dal punto di vista agronomico le zone viticole con caratteristiche litologiche omogenee sono:
    • Depositi alluvionali terrazzati: si sviluppano principalmente lungo la fascia pedecollinare da Broni
    a Stradella, inserendosi lungo l’alveo dei principali corsi d’acqua. Questi depositi formano i primi
    dolci rilievi costituendo il raccordo tra la pianura e l’area collinare. Si tratta di depositi elastici
    incoerenti a granulometria eterogenea, generalmente ricoperti da una coltre di alterazione di varia
    potenza e colore.
    • Alternanze eterogenee di conglomerati, arenarie, siltiti e argille: unità che raggruppa tutte quelle
    formazioni caratterizzate da una estrema variabilità litologica di cui è difficile la suddivisione in
    litofacies. È costituita da arenaria, brecce, calcari, calcari cariati, marne, conglomerati gessiferi,
    conglomerati e argille, che generalmente costituiscono corpi lentiformi variamente interstratificati.
    Un affioramento si trova nella zona di Pietra de’ Giorgi che continua tra i comuni di Montescano e
    Montù Beccaria e tra Montù Beccaria, Broni e Stradella.
    • Alternanze a dominante arenacea: litofacies caratterizzata da alternanze più o meno regolari di
    arenarie variamente cementate, sabbie, marne-siltose e argille, generalmente di colore grigio.
    Solitamente hanno maggiore diffusione le fitte sequenze di straterelli arenacei, marno-siltosi e
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    argillosi, ma localmente si può avere predominanza della parte psamamitica o di quella pelitica. Nel
    primo caso gli strati arenacei assumono spessori intorno a 80-100 cm; nel secondo si hanno spessori
    di pochi centimetri. La morfologia dei rilievi, costituita da questa unità, è assai varia con pareti
    verticali e pendii a modesta acclività, ove si possono accumulare spessori anche notevoli di coltre
    eluvio-colluviale. Frequenti in questa unità sono i fenomeni di scoscendimento al contatto con
    formazioni argillose. Questa tipologia è presente lungo le valli dei torrenti Versa e Scuropasso.
    La radiazione solare
    La radiazione solare che giunge su un terreno in piano è funzione della latitudine, mentre nelle zone
    collinari bisogna considerare anche gli effetti della pendenza, dell’esposizione e dell’orizzonte
    orografico tipico di ciascun vigneto.
    La zona di produzione della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” è caratterizzata
    mediamente da un valore di radiazione solare, compreso tra 2.250 e 3.000 MJ/m2 all’anno.
    La temperatura dell’aria
    Nella fascia compresa fra la base delle colline ed i 400 m di quota la temperatura media annua
    presenta valori di circa 12°C e la temperatura media del mese più freddo (gennaio) è di circa 1°C.
    La media delle minime è per lo più inferiore a 0°C. Le temperature medie del mese più caldo (luglio
    o agosto) sono 22/24°C mentre le massime mensili sono di circa 28/30°C.
    Le precipitazioni
    La distribuzione delle precipitazioni all’interno dell’area della DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò
    Pavese” mostra un gradiente altitudinale, con piogge che aumentano al crescere della quota, e
    dall’altro una diminuzione progressiva da est verso ovest. I comuni del “Sangue di Giuda” si
    suddividono fra le seguenti classi di precipitazioni: Cigognola, Broni e Pietra de’ Giorgi, nonché
    l’area occidentale dei comuni di Canneto Pavese, Montescano, Castana e Santa Maria della Versa,
    fra gli 800 e gli 850 mm/anno; questi ultimi nei loro territori più orientali, insieme con i comuni di
    Stradella, Montù Beccaria, Zenevredo e parte dei comuni di Bosnasco e San Damiano al Colle, fra
    gli 850 e i 900 mm/anno. Come per il resto dell’Oltrepò, la distribuzione media delle precipitazioni
    nel corso dell’anno è caratterizzata da un massimo ed un minimo rispettivamente nei mesi di
    novembre e di luglio. In media il mese più piovoso nella stagione primaverile risulta essere maggio.
  2. Fattori umani rilevanti per il legame
    Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
    tradizione hanno contribuito ad ottenere i vini a Denominazione di Origine “Sangue di Giuda
    dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda”.
    Considerato, sin dai tempi di Strabone, una zona di produzione di vini di qualità, l'Oltrepò Pavese è
    quel lembo di terra collinoso a sud della Lombardia noto per essere il punto d'incontro di quattro
    regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Tale peculiare caratteristica rende
    l'Oltrepò Pavese ricco di culture, lingue, tradizioni e cucine differenti, ma ben integrate tra loro.
    Questa terra è anche, anzi soprattutto, antica dimora della vite. Un'importante testimonianza arriva
    dal reperto di un tralcio di vite, risalente ai tempi preistorici, trovato in Oltrepò Pavese. Strabone,
    nel I secolo a.C., attribuì all'Oltrepò Pavese l'invenzione della botte. Nei suoi testi fu descritta di
    dimensioni più grandi delle case. Nei secoli successivi s’incontrano poi altre testimonianze. Andrea
    Bacci, per esempio, nel XVI secolo, descrisse i vini di tale zone con il termine “eccellentissimi”.
    L'Oltrepò Pavese vitivinicolo attuale trova le sue radici nel secolo scorso, come conseguenza dei
    danni portati dalla fillossera, e nel rinnovamento globale del mondo vinicolo italiano di quel
    periodo. E' sufficiente ricordare che nel 1884 l'Oltrepò Pavese vantava ben 225 vitigni autoctoni.
    Oggi sono circa una dozzina quelli di maggior diffusione, seppur non mancano produttori
    collezionisti che hanno raccolto qualche testimonianza del passato, come Moradella o Uva della
    Cascina o altro ancora. Nonostante tale decimazione, il panorama vinicolo oltrepadano è ancora
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    molto ricco, soprattutto per quanto concerne le tipologie di vino prodotte, fra cui quelle previste dal
    presente disciplinare.
    Nel corso dei decenni la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principale del territorio, tanto
    che nel 1970 il vino Oltrepò Pavese, e con esso la tipologia “Sangue di Giuda”, è stato riconosciuto
    come DOC con DPR del 6 agosto.
    L’incidenza dei fattori umani nel corso della storia è in particolare riferita alla puntuale definizione
    dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del presente disciplinare di
    produzione:
     la base ampelografica dei vigneti: i vitigni idonei alla produzione dei vini in questione sono
    quelli tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata, ovvero Barbera, Croatina, Uva
    rara, Vespolina e Pinot nero;
     le forme di allevamento, i sesti d’impianto ed i sistemi di potatura, anche per i nuovi impianti:
    sono quelli tradizionali e permettono la migliore e più razionale disposizione delle viti, sia per
    agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della
    chioma, permettendo di ottenere una adeguata e bene esposta superficie fogliare e di contenere le
    rese di produzione entro i limiti fissati dal presente disciplinare;
     le pratiche relative all’elaborazione dei vini: sono quelle tradizionalmente consolidate in zona
    per la vinificazione in rosso di vini tranquilli, vivaci, frizzanti e spumanti.
    B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente
    attribuibili all’ambiente geografico
    La DOC “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese” o “Sangue di Giuda” è riferita a diverse tipologie
    di vino rosso: fermo, frizzante e spumante. Dal punto di vista analitico ed organolettico ciascuna
    tipologia presenta caratteristiche molto evidenti e peculiari (descritte all’Articolo 6), che ne
    permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
    Il “Sangue di Giuda” è di fatto una particolare versione da dessert dell’“Oltrepò Pavese Rosso”, il
    vino tradizionalmente ottenuto da uvaggio di vitigni locali otrepadani. Il “Sangue di Giuda” si
    presenta di colore rosso rubino carico, con brillanti riflessi violacei; l’aroma è fine, con una
    piacevole fragranza di spezie e frutta fresca; ha una spuma abbondante e persistente; al palato offre
    un gusto dolce, carezzevole, con un buon corpo.
    C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla
    lettera B)
    Le condizioni microambientali, geologiche e non ultime quelle storiche mettono il territorio
    dell’Oltrepò Pavese, tagliato a metà dal 45° parallelo, e in particolare quello dei comuni del
    “Sangue di Giuda”, fra le zone del mondo più vocate per la produzione di vini rossi.
    Grazie alle indagini condotte sul territorio dell’Oltrepò Pavese iniziate con lo studio di zonazione
    realizzato a partire dal 1999 con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Pavia, coordinato
    dall’Università di Milano e con la collaborazione dell’Università di Piacenza e dell’ERSAF e
    conclusesi con esperienze di monitoraggio del territorio condotte dall’Università di Milano e dal
    Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, è stato possibile ottenere una mappa delle unità territoriali
    che rappresenta la sintesi delle informazioni scientifiche raccolte.
    L’intero areale di produzione del “Sangue di Giuda” si presta alla coltivazione delle uve Croatina,
    Barbera, Uva rara e Vespolina, per la produzione dei vini a DOC descritti dal presente disciplinare.
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    L’area è costituita da valli ed è caratterizzata da ripidi versanti e fitti crinali con substrati rocciosi
    relativamente soffici che risultano in buona parte lavorabili. La maggior parte dell’area è adibita
    alla coltivazione a vigneto. il substrato è costituito prevalentemente da rocce calcaree limoso-
    argillose. il suolo si presenta con una tessitura da grossolana a media, con scarsa presenza di
    scheletro e moderatamente profondo. Sono presenti strati rocciosi profondi di facile lavorabilità.
    L’area è molto calcarea con pH alcalino e drenaggio buono. Essa interessa esclusivamente la prima
    fascia collinare con altitudini comprese tra 150 e 350 m; è caratterizzata da valori di radiazione
    fotosinteticamente attiva medi e da tenori pluviometrici compresi tra 800 e 900 mm/anno. Il clima è
    condizionato dall’elevata inerzia termica del bacino padano che, con effetto tampone, mantiene nel
    corso di tutto l’anno temperature costanti. L’area è soggetta all’effetto del vento di föhn che
    favorisce l’abbassamento dell’umidità dell’aria aumentando l’evapotraspirazione e la diminuzione
    dell’acqua nel suolo. L’inverno è mite e induce una certa precocità nella ripresa vegetativa mentre
    le estati sono molto calde. Data l’eterogeneità della distribuzione orografica delle valli non vi è una
    esposizione di versante prevalente; le pendenze sono importanti e possono assumere anche valori
    prossimi al 35%.
    Questa fascia collinare è particolarmente adatta per la produzione di uve da vinificare in rosso
    anche per vini da dessert con un importante residuo zuccherino. Il “Sangue di Giuda” si presenta di
    colore rosso rubino carico con riflessi violacei, è brillante, viscoso; al naso è fine, penetrante, netto
    e si nota la fragranza della frutta fresca, un ampio speziato e un garbato floreale; al palato dimostra
    buon corpo, è morbido, equilibrato, con una lunga persistenza.
    L’Oltrepò Pavese è da sempre un territorio di elezione per la viticoltura, in particolare per la
    tradizione relativa alla produzione di vini rossi dolci, tranquilli e mossi, come il “Sangue di Giuda”.
    L’origine del suo nome è legata sia al suo colore rosso rubino, impreziosito da riflessi purpureo-
    violacei, sia a una leggenda.
    La leggenda narra che Giuda, passato a peggior vita di quella tristemente condotta sulla terra, si
    fosse amaramente pentito di aver tradito Gesù, il quale, in segno di perdono, lo avrebbe fatto
    resuscitare. Giuda sarebbe ricomparso in carne ed ossa in Oltrepò, precisamente a Broni.
    Riconosciutolo, i cittadini del posto decisero di ucciderlo, essendo il traditore di Gesù. Giuda si
    salvò grazie a un dono che fece ai viticoltori locali: risanò le loro viti dalla malattia che a quel
    tempo le aveva colpite. Per ringrazialo, i viticoltori gli dedicarono il nome del loro vino dolce rosso.
    Il “Sangue di Giuda” gode di un elevato grado di tipicità: si tratta di un prodotto che può nascere
    solo ed esclusivamente nel territorio dell’Oltrepò Pavese.
    Si riporta di seguito una descrizione della vitivinicoltura dall’800 ai primi del ‘900, ricavata dal
    testo di Fabrizio Bernini “Che cos’è la vita se non spumeggia il vino – storia della vitivinicoltura in
    Oltrepò Pavese” edito nel 2001 da Ponzio Olona servizi grafici.
    Capitolo XIX - Il primo Novecento vitivinicolo oltre il Po: la rustica croatina
    Il professor Arturo Marescalchi, esperto ampelografo, asseriva nella sua dotta monografia sui vini
    tipici d’Italia, pubblicato nel 1924, che il Barbacarlo, il Sangue di Giuda, prodotti a Broni e
    Canneto, nonché il Buttafuoco e il Montenapoleone erano fra “i migliori vini rossi d’Italia”…
    … Il Sangue di Giuda invece, prodotto con gli stessi vitigni, è così definito per il suo colore rosso
    intenso, forse un po’ traditore per chi ne abusa che era prodotto originariamente nella frazione di
    Colombarone di Canneto Pavese ed era generalmente “ammandorlato” ossia amarognolo e dolce
    nel contempo.
    Il vino “Sangue di Giuda”, dapprima tipologia della DOC Oltrepò Pavese, nata nel 1970, è stato
    elevato alla categoria di DOC autonoma, con disciplinare proprio, nel 2010 (DM 3 agosto 2010) per
    la notorietà e la tradizione che lo caratterizzano.
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    Articolo 10
    Riferimenti alla struttura di controllo
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    Valoritalia S.r.l. è l’Organismo di controllo autorizzato dal Ministero delle politiche agricole
    alimentari e forestali, ai sensi dell’articolo 64 della legge n. 238/2016, che effettua la verifica
    annuale del rispetto delle disposizioni del presente disciplinare, conformemente all’articolo 19, par.
    1, 1° capoverso, lettera a) e c), ed all’articolo 20 del Reg. UE n. 34/2019, per i prodotti beneficianti
    della DOP, mediante una metodologia dei controlli combinata (sistematica ed a campione) nell’arco
    dell’intera filiera produttiva (viticoltura, elaborazione, confezionamento), conformemente al citato
    articolo 19, par. 1, 2° capoverso.
    In particolare, tale verifica è espletata nel rispetto di un predeterminato piano dei controlli,
    approvato dal Ministero, conforme al modello approvato con il DM 2 agosto 2018, pubblicato nella
    G.U. n. 253 del 30.10.2018.
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